Imola. Fase 2, il Governo Conte ancora latita, anzi in settori basilari come l’assistenza alle famiglie con bambini piccoli è proprio assente. E’ quello che pensa Mara Mucci, che fa parte del comitato nazionale di Azione, il partito che ha come leader Carlo Calenda.
“Serve passare dalla fase 2 dagli annunci alla proposta. Anzi, all’azione – attacca combattiva la Mucci -. Serve una nuova organizzazione del lavoro che permetta tempi di produzione, apertura uffici, punti vendita e altri in orario dilatato in modo da organizzare il lavoro dei dipendenti su turni. Serve un patto sindacato-datori di lavoro con la mediazione del governo che garantisca alle famiglie con due genitori che lavorano la conciliabilità dei loro turni, in modo di poter garantire la cura di minori in assenza di apertura di servizi educativi con orari normali”.
La Mucci stimola anche la Regione, nella quale al momento non è ancora entrata come consigliera (sarà in via Aldo Moro se si dimetterà da consigliere regionale l’assessore alla Cultura Mauro Felicori, ndr): “Qualora per specificità dell’attività produttiva o di servizio i doppi turni non siano prevedibili, la regione Emilia-Romagna dovrebbe prevedere una serie di azioni. Ampliamento della maternità facoltativa al 50% di tre mesi per le famiglie con figli da 0 a 18 mesi in modo da sgravare i nidi, micronidi della presenza di bambini molto piccoli per i quali è assolutamente impensabile qualsiasi forma di distanziamento fisico dalle figure di riferimento. Gestire nidi, nidi familiari e le babysitter con numero di bambini limitato (modalità micronido) dando priorità alle famiglie con due genitori che lavorano, che non possono usufruire di contratti aziendali che permettono la conciliazione o di smartworking. Gestire le scuole materne con gruppi di massimo 10 bambini, suddividendoli anche in due turni. Attivare le reti territoriali, fatte di cooperative sociali, animatori territoriali, fattorie didattiche e in genere di tutti coloro che si occupano di servizi educativi intesi a 360 gradi perché siano di supporto a maestre di scuola materna e nido nella gestione di micro-gruppi. Attivare a supporto i tirocini degli studenti universitari delle lauree triennali e magistrali in scienze delle formazione, in scienze dell’educazione, in scienze del servizio sociale, nonché in scienze psicologiche per la formazione, e l’alternanza scuola lavoro prevista nel triennio dei licei psicopedagogici. Garantire alle famiglie non coperte dal posto in asilo nido o scuola materna un bonus baby sitter mensile da un minimo di 200 euro ad un massimo di 600 euro, per sostenerle nel lavoro quotidiano di smartworking. Per gli studenti delle scuole elementari chiedere la disponibilità agli istituti del territorio ad attivare micro-campi estivi nella fascia mattutina per gruppi contenuti di studenti per i mesi di giugno e luglio. Lasciare questo aspetto all’organizzazione autonoma delle famiglie rischia di essere pericoloso per l’obiettivo contenimento che ci stiamo dando. Da maggio a settembre organizziamoci così. Queste sono le nostre proposte, su cui siamo disponibili a confrontarci”.
Questa Mucci ha un sacco di idee: speriamo che resti vulcanica anche dopo essersi eventualmente “seduta”…