Imola. Da quando è scoppiata l’epidemia, il governo ha inondato i cittadini e le aziende di promesse e di impegni per garantire la resistenza e la ripartenza. Vediamo il caso dell’agricoltura con Andrea Arcangeli, della Cia di Imola.
“Partiamo dalla burocrazia: sono anni che le Amministrazioni, gli Enti e lo Stato si riempiono la bocca di bellissime parola ma, se guardiamo nel pratico, e noi quotidianamente lo facciamo, la sburocratizzazione non c’è stata, o comunque non è stata tangibile. Se devo dire la verità qualcuno ha beneficiato del calo di burocrazia ma certamente questi non sono i corpi intermedi che anzi, si sono visti spostare sulle loro spalle ulteriori fardelli. La sburocratizzazione quindi, c’è stata ma a senso unico, in favore degli enti statali o para statali preposti a fare controlli, che in alcuni casi hanno rigirato tali procedure alle Associazioni di categoria. Una funzionaria di un ufficio di Bruxelles un giorno disse ‘la sburocratizzazione è in atto, e voi ve ne state accorgendo, solo che è in atto per noi, con aggravio di lavoro per voi’. E’ stata molto franca, diretta e con una punta di rammarico ma aveva pienamente ragione”.

Questo fardello, oltre a gravare sulle strutture, fa sì che gli associati pensino che sono proprio le associazioni di categoria che voglio le pratiche. “Niente di più sbagliato! semmai è l’opposto. Non mi voglio dilungare ulteriormente ma porto solo un esempio: domande per carburante agevolato (Uma), è stata messa in piedi una procedura agevolata da parte della Regione… siamo ancora in attesa dopo due mesi di ricevere le pratiche dei soci cosa che, diversamente, avremmo avuto nel giro di qualche settimana.”

Poi c’è la questione del credito
“Lo Stato attualmente ha messo in atto numerosi strumenti atti a supportare le aziende agricole in questo difficile ed epocale momento. Tutti questi strumenti, seppur utili, sono però strumenti che danno alle aziende un momentaneo sollievo. Bisognerebbe che lo Stato attuasse piani più a lunga visione.

Le aziende hanno sicuramente bisogno di liquidità ma questa liquidità non gli potrà sempre e solo arrivare tramite prestiti e/o mutui che poi, anche se a tassi agevolati, dovranno essere ridati indietro. Non considerando poi il discorso di chi può o non può accedervi (le casistiche sono ampie) e che in diversi casi le banche ti rispediscono indietro. In questo caso però, va detto, la burocrazia è stata abbastanza ridotta. Tornando al discorso dell’aiuto che lo Stato dovrebbe mettere in atto, si dovrebbero avviare dei percorsi per valorizzare i prodotti del territorio, locali. Si devono creare filiere più corte. Si deve dare il giusto valore ai prodotti e la giusta remunerazioni ai produttori. Lo Stato deve capire che le aziende agricole sarebbero molto più felici di guadagnare dal loro lavoro più che riceve in maniera agevolata prestiti o qualche altro contributo. La fierezza degli agricoli sta anche in questo, nel guadagnare dal proprio sudore, ed è qui che lo Stato deve dare una mano oggi, come nel futuro.”

(m.z.)