Imola. Il calo del traffico, conseguenza del lockdown per evitare la diffusione dell’epidemia da Coronavirus, ha un impatto positivo sulla qualità dell’aria.

A Imola, la conferma viene dalla lettura dei livelli di biossido di azoto giornaliero rilevati dalla centralina posta in viale De Amicis. Dati che danno ora conto del fatto che, a partire dal 18 maggio, con la fine delle restrizioni agli spostamenti e l’aumento o la ripresa delle varie attività umane sia ripartito, insieme al nostro traffico, anche il nostro inquinamento.

Nel dettaglio, in relazione alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, in particolare da traffico veicolare, durante il periodo di chiusura, il confronto tra il dato medio del periodo che va da marzo a maggio del 2019 rispetto allo stesso intervallo temporale del 2020 fa registrare quasi un dimezzamento. Si pass da 27,1 ug/m3 di biossido di azoto presenti nell’aria – che abbiamo respirato l’anno scorso in città – (tra lunedì 18 marzo e domenica 19 maggio 2019), al più contenuto valore di 15,5 ug/m3 inalati mediamente quest’anno (tra lunedì 16 marzo e domenica 17 maggio 2020).

Anche le concentrazioni giornaliere massime che sono entrate nei nostri polmoni sono variate: si è passati infatti da medie giornaliere di circa 40 ug/m3 registrate in diverse giornate nella primavera 2019, a un unico valore massimo che si attesta a circa 27 ug/m3 il 27 marzo 2020.

Questa fase calante di inquinamento si è conclusa a partire da lunedì 18 maggio, dove il dato ha addirittura subito un’inversione netta, rispetto a quello 2019, come si rileva dal grafico. Ad esempio lunedì 18 maggio 2020 il valore medio giornaliero è stato di 20,75 ug/m3, contro 12,61 di lunedì 20/5/2019.

L’empirica rilevazione di casa nostra trova conforto sia nei dati europei dell’agenzia europea dell’ambiente, sia in quelli delle varie Arpa italiane, che indicano la grande riduzione diffusa delle concentrazioni di agenti inquinanti nell’aria delle città europee ed italiane. In particolare è calato proprio il biossido di azoto (NO2), gas che ha come fonti di emissione principale i veicoli e tra questi in primis quelli diesel. Gas che si ritiene responsabile, in base agli studi, di più di 14mila morti premature in Italia nel solo 2016.

Si conferma pertanto il peso centrale del trasporto per gli impatti sulla salute delle persone, senza dimenticare che è anche responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra nel nostro Paese, contribuendo all’emergenza climatica.

La parola d’ordine per affrontare inquinamento e i cambiamenti climatici è: mitigazione, cioè, riduzione dell’emissione di gas. Come rileva una studio Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), tra i protagonisti di questo indispensabile e non più rimandabile impegno ci sono sicuramente le città e gli enti locali in generale. Tra i tre settori sui quali le città hanno la possibilità di intervenire c’è infatti la mobilità urbana, oltre al risparmio di energia e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda il modo di spostarsi, è indispensabile avere meno auto in circolazione, più mobilità condivisa ed elettrica (alimentata da fonti rinnovabili), città e paesi in cui ci si possa spostare in sicurezza in bici e a piedi, con trasporto pubblico sviluppato, efficiente e sicuro.

L’auspicio è che il tragico avvenimento della pandemia da Coronavirus non passi invano neanche a livello locale e gli amministratori colgano l’insegnamento derivante dal lockdown, che ci ha fatto intravvedere un mondo non governato dalle auto inquinanti, per ripensare la politica di mobilità locale, con misure più incisive e drastiche che vadano nella direzione di una mobilità sempre meno dipendente dai combustibili fossili, in cui la salute delle persone e quella dell’ambiente siano entrambe garantite. Ma ha dato anche un’altra importante indicazione: che le persone hanno buona volontà e possono essere indirizzate e accompagnate, in una visione di lungo periodo, verso stili di vita diversi rispetto a quelli finora prevalenti, che assicurano salubrità ai singoli e al pianeta.

(Caterina Grazioli)