Bologna. Arriva a quota 3,6 milioni di euro lo stanziamento della Regione Emilia Romagna per dare più sprint alla ripartenza di piccoli negozi, bar, ristoranti e pubblici esercizi in genere, che sono tra le attività economiche più danneggiate a causa del prolungato lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus.

La Giunta regionale ha infatti deciso di integrare con uno stanziamento aggiuntivo di quasi 1,6 milioni di euro che si aggiungono ai due milioni di euro destinati ad un bando in due tempi – annualità 2020 e 2021 – varato nel novembre scorso per finanziare con contributi a fondo perduto i progetti di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio e della somministrazione di alimenti e bevande.

Una decisione adottata per venire incontro alle aspettative degli operatori che hanno risposto molto positivamente al bando, con la prima fase che si è chiusa con la selezione di 148 progetti giudicati ammissibili su 150 domande pervenute, per un investimento complessivo da parte delle imprese di quasi 8,5 milioni di euro e un importo di contributi da erogare che sfiora i 3,6 milioni di euro. Una cifra, quest’ultima, di gran lunga superiore al budget disponibile per la prima annualità del bando, due milioni di euro appunto, in grado di soddisfare solo le prime 82 imprese in posizione utile in graduatoria. Di qui la scelta di incrementare la dotazione finanziaria 2020, con lo stanziamento di ulteriori 1,6 milioni di euro per accogliere anche le 66 domande giudicate ammissibili al termine della fase istruttoria e che altrimenti sarebbero rimaste escluse dagli aiuti per mancanza di fondi.

Delle 148 domande accolte a conclusione della prima fase del bando, 33 riguardano la provincia di Modena, per un totale di contributi assegnati di oltre 845 mila euro. Seguono Piacenza (29 domande accolte; circa 770 mila euro di contributi), Bologna (27; oltre 630 mila euro), Forlì-Cesena (15; oltre 375 mila euro), Parma (12; oltre 313 mila euro), Reggio Emilia (12; oltre 266 mila euro), Rimini (10; circa 240 mila euro) e Ferrara (10 domande accolte; circa 149 mila euro di contributi assegnati).

Bar (Foto Regione Emilia Romagna)

Cosa prevede il bando ristorante
Il bando per “la qualificazione e valorizzazione delle imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio e della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande” finanzia con contributi a fondo perduto i progetti di ristrutturazione, ampliamento e ammodernamento presentati delle piccole imprese in sede fissa, anche di carattere stagionale, che rientrano nella categoria degli esercizi di vicinato. Una definizione che comprende i negozi con superficie di vendita non superiore a 150 metri quadrati nei comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti e 250 metri quadrati in quelli sopra quota 10 mila abitanti.

Gli aiuti, fino ad un massimo di 30 mila euro ad impresa, partono dalla soglia minima del 40% sugli investimenti ammessi, con una maggiorazione di 5 punti percentuali in caso di imprese con rilevante presenza femminile e/o giovanile oppure insediate in aree di montagna e svantaggiate, fino ad arrivare ad un massimo del 55% di contributo per i progetti presentati da imprese che esercitano la loro attività in immobili presi in affitto con contratti regolarmente registrati.

L’investimento minimo è di 15 mila euro. Tra le spese ammesse figurano quelle per opere edili e murarie, acquisto di macchinari ed attrezzature, dotazioni informatiche e servizi di cloud computing per il miglioramento e l’offerta alla clientela di nuovi servizi e/prodotti e la realizzazione di siti internet per l’e-commerce.

Riguardo alle domande di aiuto è stata chiusa il 18 marzo scorso la prima finestra temporale per la presentazione, esclusivamente per via telematica, delle richieste tramite l’applicazione web Sfinge 2000, mentre la prossima “chiamata” si aprirà alle ore 10 del 15 settembre 2020 per chiudersi alle ore 13 del 29 ottobre 2020.

A disposizione delle imprese restano circa 2 milioni di euro stanziati per l’annualità 2021. Come nella prima fase del bando, per monitorare che il fabbisogno finanziario delle domande di contributo non superi il plafond di risorse a disposizione per il finanziamento degli investimenti previsti, anche nella seconda fase si procederà alla chiusura anticipata della finestra temporale al raggiungimento di 150 domande presentate.