Alcuni giorni fa, nella bellissima Valle Aurina, un distinto signore, armato di doppietta da caccia, bandoliera di cartucce di riserva a tracolla e vistoso coltello da caccia ben fermo e racchiuso nel suo fodero ancorato alla cintura (perché con i tempi che corrono non si sa mai …) ha pensato bene di sparare a un’aquila reale mentre, nel suo nido, stava covando due uova.
Nella sua “Amaca” di oggi, Michele Serra lo definisce, senza mezzi termini, una merda. Una volta tanto non son d’accordo con te, caro Michele: utilizzare il termine merda (prodotto della nostra digestione, ultimo scarto di un’operazione indispensabile alla nostra vita naturale) mi sembra assai riduttivo. Tuttavia, dopo aver riflettuto e cogitato a lungo, ma proprio a lungo, sono pervenuto a una decisione: ammetto che non sono riuscito ad individuare un termine adatto per definire il gesto e l’uomo. Quindi, male minore, mi associo.
Ironia a parte, invito i lettori di queste righe alla riflessione circa la deleteria massima che afferma non essevi limite al peggio. Qui, dalle nostre parti, nella nostra Imola, qualche tempo fa, un centinaio di nostri compaesani ha pensato bene di appropriarsi di denaro destinato a chi non riesce a comprarsi il cibo necessario pur non avendone bisogno e quindi diritto: un mio caro amico e collega di questa Redazione li ha definiti furbetti. Mi dissocio e anche in questo caso non riesco a trovare il termine corretto in quanto, definirli ladri, offenderebbe chi forse ruba per bisogno o per mancanza di alternative.
Imbracciare il costoso fucile, sparare ad un animale intento alla procreazione della sua razza, mentre protegge con il calore del proprio corpo un paio di uova rende arduo il supporre che con una tale razza di “uomini” si possa sperare in un miglioramento della nostra attuale società. Ecco, sono caduto in un altro errore: questi non son uomini: a voi cercare un termine adeguato.
(Mauro Magnani)
Sono semplicemente caporali… (vedi Totò)
troppo facile e riduttivo definire in malo modo una persona che commette un simile crimine !
pero’ mi e vi chiedo cosa cambia tra un cacciatore che ammazza un aquila ad un allevamento di polli intensivo ? animali drogati ad antibiotici e senza che nemmeno vedono la luce solare ..uccisi e serivti sula nostra tavola ? a mio avviso nessuna differenza …ma se verso il primo ci indignamo perchè non facciamo lo stesso verso gli altri?
e’ questa ipocrisia ambientalista …il peggior sistema per fare cultura e salvaguardia del territorio.
Chiedi scusa, Andrea, ma devo correggere la tua osservazione: il fatto che io abbia scritto male del “cacciatore”, non significa, in automatico, che scusi o non valuti la gravità di certe tipologie di allevamento o di altre conduzioni di animali. L’estensione della tipologia è unicamente tua (che io personalmente condivido appieno) e non ha nulla a che vedere con il testo pubblicato.