Ravenna. Le forze politiche sono chiamate a fare le scelte giuste per un paese in certi casi stremato. Partiamo dalle riflessioni del Pd, partito di riferimento in provincia di Ravenna.
Quale è la geografia del nostro territorio ridisegnata dall’epidemia. Quali le più evidenti criticità emerse.
“Innanzitutto non possiamo dire che la Fase1 sia stata uguale per tutti. Ed è un aspetto fondamentale perché raccontare di una società dove non ci sono differenze ci impedisce di guardare con le lenti giuste alcune storture e fratture che vanno ricomposte se vogliamo ricostruire una società più giusta. Partiamo dai bambini e dai ragazzi. Non è la stessa cosa per tutti passare intere settimane nelle proprie abitazioni. In tanti vivono in appartamenti senza balconi o giardini, non possiedono infrastrutture digitali adeguate e spesso ci sono equilibri familiari più o meno complessi. Molti bambini hanno visto aumentare la differenza di opportunità e crescere il disagio rispetto ad altri coetanei. Fra le problematiche che più mi preoccupavano prima dell’arrivo del Coronavirus c’era quella del blocco dell’ascensore sociale, anche in regioni come la nostra, e soprattutto che il luogo e la famiglia dove i bambini nascevano incidessero ancora tantissimo sulle opportunità che i ragazzi avrebbero avuto in futuro. Chiudere gli occhi oggi di fronte a quanto accaduto e pensare di poter ripartire senza mettere mano a queste differenze ci porterebbe automaticamente a una società più ingiusta. Allo stesso modo non per tutti i lavoratori è stato identico, nonostante le ingenti risorse messe in campo dal governo con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno a partire dai 600 euro alle partite iva, ai bonus per i lavoratori autonomi e stagionali. E qui ci tengo a sottolineare che l’impegno del governo è riuscito a rimediare a un vuoto che era presente nei primi decreti. Un errore che avrebbe ingiustamente impedito per esempio ai lavoratori di Mirabilandia di poter ricevere il bonus turismo nonostante il loro impegno e i loro sacrifici. È stata fondamentale la cocessione di liquidità alle imprese e l’istituzione della cassa integrazione per i dipendenti ma anche in questo caso – è importante ribadirlo – non è ancora tutto a posto. Oggi ci sono interi settori produttivi e cittadini che hanno timore del futuro e sono molto preoccupati di cosa possa succedere in autunno.”
Si dice andrà tutto bene, ma questo “bene” come va articolato per comprendere tutta la popolazione a partire dalle aree più deboli.
“Non andrà tutto bene se ripartiremo con le stesse modalità con le quali siamo arrivati a questa crisi. In altri paesi il tasso di disoccupazione è già salito vertiginosamente, qui grazie al combinato disposto cassa integrazione/divieto di licenziamenti fino al 17 agosto si è riusciti a limitare l’esplodere del tema ma vanno realizzate misure che, nella ricostruzione, mettano al centro il lavoro, in sicurezza e di qualità, che ottimizzino la sanità e il rispetto dell’ambiente. In tanti stavano uscendo faticosamente dalla crisi strutturale del 2008, Questa per il momento è una crisi di domanda e quindi dobbiamo impegnarci per fare in modo che ritornino fiducia e speranza. Le persone che oggi non si sentono garantite devono sapere che ci sono le istituzioni che pensano a loro. Il virus ha messo a nudo l’insensatezza del sistema per il quale spesso le persone e l’ambiente sono un mezzo e non il fine. Il Partito Democratico ha il dovere di individuare parole chiare e nette che indichino la rotta di uno sviluppo economico sostenibile e più umano.
(m.z.)