Quando viene a mancare una persona che, con la sua capacità creativa di qualunque tipo essa sia, ha fatto nascere in noi sensazioni, emozioni, lo sviluppo di sentimenti, ci viene quasi spontanea la domanda: ” È adesso?”. Con la scomparsa di Ennio Morricone ci sta accadendo esattamente questo. Se andiamo con la memoria alle tantissime volte che le note della sua musica hanno fatto in modo tale che le immagini sullo schermo si tramutassero in emozioni tangibili e indimenticabili la sensazione, forte, della sua mancanza assume la forma e la sostanza della domanda: “E adesso?”
Troppe volte ci siamo sorpresi a fischiettare i suoi motivi che immediatamente ci trasportavano nelle margini e nelle situazioni che accompagnavano. Viene quasi da chiedersi se gli spartiti che prendevano forma fossero nati prima della sceneggiatura e della costruzione delle immagini da parte della regia. Possibile che Morricone abbia inspirato le indimenticabili immagini nate esattamente sull’onda da essa stessa create? Il binomio appare tanto inscindibile da sembrare possibile.
Oltre le parole di fantasia, resta ben ferma la stupefacente qualità della sua musica, la forza dell’innovazione che procedeva di pari passo con un canovaccio noto da tempo, la irrefrenabile sorpresa di inconsueti suoni o fraseggi che sembravano comparire dal nulla, da un ignoto destinato a non essere più tale.
Ennio Morricone ci lascia un patrimonio musicale di ineguagliabile valore, un’infinita serie di motivi e melodie destinati a colmare i vuoti della nostra fantasia. Che altro è la musica se non la creazione astratta di una realtà che alberga nella nostra mente? Morricone possedeva la non comune capacità di trasformare il sogno in realtà.
Universalmente riconosciuto in questa sua capacità e nella straordinaria abilità nel ripetersi, migliorandosi di volta in volta, nel creare immagini musicali di altissimo livello, ha potuto raccogliere una vastità di favorevoli commenti che immancabilmente assumevano la veste di condivisione.
Ascoltare le note della sua musica che scaturivano dagli scanni dell’orchestra ubbidiente al ritmo della sua direzione ci premiava con la meraviglia e la totale condivisione. Tutti in piedi nell’applauso che immancabilmente sottolineava la gioia ed il riconoscimento per l’emozione.
Ennio Morricone trova un posto di diritto tra i grandi che hanno fatto grande l’uomo. Quegli astrusi segnetti neri tra quelle cinque righe parallele si trasformeranno in suono per tante e ancora tante generazioni di donne e uomini come noi. Non esiste migliore eredità.
Grazie.
(Mauro Magnani)