Ecco i due estremi: si va dalla bomba all’idrogeno, capace di distruzione e morte inimmaginabili, all’idrogeno puro che potrà portare il mondo e la sua economia nella via della salvezza, quella vera, quella ad inquinamento uguale a zero. Anzi …
La nostra penisola, situata tra tre mari e ricca di rilievi, piccoli o grandi che siano, è fortemente dotata di ventilazione. Anche il sole sembra non mancarci, grazie alla posizione in zona temperata. Sembra un gioco, ma non lo è.
Situate nella posizione giusta un bel numero di pale eoliche e se ne ricava energia elettrica praticamente a impatto uguale a “0”. Se non basta, sistemiamo un rilevante numero di pannelli solari ed otteniamo un altro gruzzoletto di energia anche questo a bassissimo impatto ambientale. Facciamo arrivare l’energia protetta fin dentro una spaziosa vasca colma di acqua, meglio se leggermente acidula, attraverso un anodo e un catodo immersi nel liquido e osserveremo numerose bollicine in rapida ascesa verso la superficie. Otterremo in questo modo idrogeno purissimo dal polo negativo e ossigeno altrettanto purissimo dal polo positivo. Dell’ossigeno conosciamo già molto e lo stiamo utilizzando anche per la nostra salute, ma il domani dell’idrogeno risiede nella possibilità di essere utilizzato all’interno di un motore e di produrre quindi energia che diventa trazione. Interessante il motore per trazione ad idrogeno. A Boston, negli States, da alcuni anni tutti i taxi vengono alimentati in questo modo: auto veloci e silenziosissime che producono una traccia ben visibile durante il loro passaggio: piccole gocce di acqua distillata. Nient’altro!
E non si creda che si stia parlando di futuro lontano: già nel 2022 avremo i primi treni a idrogeno e vedremo transitare Tir in grande silenzio e “0” emissioni. In Italia, in Europa, particolarmente in Germania si sta studiando in questa direzione e le realizzazioni stanno andando verso tempi non troppo lontani. In modo particolare la Germania vede difficoltà nella produzione di energia rinnovabile e si trova in urgenza per l’elevato utilizzo di carbone: un’ottima ragione per abbreviare i tempi il più possibile.
Un’azienda tutta Italiana, la Snam, sta lavorando in questa direzione ed è già ora in grado di trasportare idrogeno (un 10%) unitamente al metano. Gli studi stanno cercando soluzioni capaci del 100%: occorreranno alcuni anni per questo, ma si sa che quando una cosa la si vuole fare … anzi crediamo sia il caso di dire “che la si DEVE fare”!
(Mauro Magnani)