Venezia. Ci saranno anche Pedro Almodóvar con “The human voice” e Regina King con “One night in Miami” alla Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia in programma dal 2 al 12 settembre prossimi. Si aggiungono così due film alla rassegna “Fuori concorso”. Che presenterà quindi in tutto 10 film di fiction e 11 documentari.
“The human voice” “è un libero adattamento dal monologo di Jean Cocteau, su cui il regista spagnolo “ha sognato per decenni”. Un donna disperata è in attesa della telefonata dell’amato che l’ha appena abbandonata. Un dramma solitario, adatto al periodo di “quarantena” che si sta vivendo nel mondo. Si tratta del primo film in inglese di Pedro Almodóvar.
Infatti la protagonista è l’attrice britannica Tilda Swinton, che quest’anno verrà premiata anche con il Leone d’oro alla carriera, insieme alla regista di Hong Kong Ann Hui.
La camaleontica attrice nata nel 1960 a Londra è stata musa di diversi registi: da Derek Jarman con cui ha esordito in “Caravaggio” nel 1985 e con cui ha girato diversi film, a Jim Jarmusch, con cui gira pellicole tra cui “Solo gli amanti sopravvivono” del 2013, in cui interpreta una vampira, a Luca Guadagnino, prendendo parte tra gli altri a “Suspiria” nel 2018. Il ruolo che l’ha consacrata come interprete ideale del doppio e dell’ambiguo è “Orlando” di Sally Potter del 1992, in cui il protagonista attraversa le epoche vestendo ora panni femminili ora maschili. Nel 2008 vince l’Oscar e il Bafta come migliore attrice non protagonista per “Michael Clayton” di Tony Gilroy, nel ruolo di una dirigente senza scrupoli di una multinazionale.
Ann Hui nata nel 1947 ad Anshan in Cina è una regista tra le iniziatrici del nuovo cinema di Hong Kong, con John Woo, Tsui Hark e Patrick Tam. Nel 1979 fa il suo esordio alla regia con il thriller “The Secret”, interpretato da Sylvia Chang. I suoi film sono stati selezionati da tutti i più importanti festival sin dalle prime fasi della sua carriera con la presentazione a Cannes di “Boat People” (1982), che esamina le sofferenze degli immigrati vietnamiti dopo la guerra del Vietnam e “Song of the Exile” (1990), interpretato da Maggie Cheung. narrazione autobiografica sul tema dell’esilio e della perdita di identità.
Invece “Summer Snow”, storia di una donna di mezza età che prova a tener testa ai problemi giornalieri della sua famiglia e del suocero malato di Alzheimer (1995) e “Ordinary Heroes” (1999), racconto sugli attivisti politici cinesi e di Hong Kong dagli anni ’70 agli anni ’90, sono stati presentati in concorso a Berlino e, successivamente, a Venezia, si sono visti “A Simple Life” (2011) e “The Golden Era” (2014), sulla breve e sfortunata vita di Xiao Hong, scrittrice cinese moderna dei primi del novecento, intrappolata in un mondo maschile e dogmatico.
Ann Hui è l’unica regista ad aver ottenuto tutti i principali premi agli Hong Kong Film Awards per ben due volte. Con “Summer Snow” e “A Simple Life”, dove narra la lenta e naturale fine di una donna che per sessant’anni è stata a servizio di una famiglia poco agiata, nella popolosa periferia della grande Hong Kong, ha infatti ricevuto il premio per i migliori film, regia, attore, attrice e sceneggiatura. In Italia i suoi film non sempre hanno trovato la grande distribuzione. La si potrà pertanto ammirare nella sezione “Fuori concorso” dove verrà proiettato il suo film “Di yi lu xiang (Love after love)”, che racconta la storia di una giovane ragazza che viaggia da Shanghai a Hong Kong in cerca di istruzione, ma finisce per lavorare per sua zia seducendo uomini ricchi e potenti.
Nella stessa sezione, dove si possono visionare lavori di autori affermati nei quali la spettacolarità convive con l’originalità espressiva, verranno proiettati alcuni film italiani: “Lacci” di Daniele Luchetti, con Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio che sarà anche il film di apertura della mostra, il 2 settembre nella Sala grande del Palazzo del cinema al Lido, “Lasciami andare” di Stefano Mordini, con Stefano Accorsi e Valeria Golino, “Assandira” di Salvatore Mereu con Gavino Ledda e Anna Koenig e i documentari “Sportin’ life” di Abel Ferrara, “Salvatore -shoemaker of dreams” di Luca Guadagnino, “La verità su La dolce vita” di Giuseppe Pedersoli, “Molecole” di Andrea Segre, “Paolo Conte, via con me” di Giorgio Verdelli.
Gli altri lavori della sezione “Fuori concorso” sono visibili sul sito della Biennale di Venezia.
(Caterina Grazioli)