Massa Lombarda. Con il sindaco di Massa Lombarda, Daniele Bassi, proviamo a fare il punto sull’impatto sociale del Covid. “L’esito dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia innescata dal Covid-19 non è ancora certo, in quanto i contagi, il condizionamento nella vita sociale delle persone e delle comunità è ancora presente. In questi mesi ho registrato una consapevolezza diffusa e un senso di responsabilità elevati, un’attenzione adeguata all’immane problema che ci siamo trovati a dover gestire, ma ora si sta allentando eccessivamente la “paura” di questo nemico invisibile e subdolo e ciò non va bene. Occorrerà comunque assumere i comportamenti legati al distanziamento fisico come sistematici e non frutto di una brutta parentesi.”
Cosa si aspetta da Roma?
“Al governo io chiedo velocità: dobbiamo far arrivare le risorse nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Non ho apprezzato i troppi annunci seguiti da eccessivi rinvii; è necessario essere più concreti ed ascoltare di più noi, i sindaci, a cui tutti chiedono ogni cosa, ma spesso non possiamo fornire risposte adeguate, efficaci, tempestive perché non siamo messi nelle condizioni di poterlo fare. Le incertezze causate sia dall’enorme problema che stiamo affrontando, sia dalle ‘creative’ proposte di task force improbabili, composte da chi non vive la vita reale, non aiutano certo e questo non è più accettabile. Gli Enti Locali, in particolare i comuni, hanno ampiamente dimostrato di essere all’altezza del complicato compito loro assegnato in ogni circostanza, a partire dalla distribuzione dei buoni per acquisti di prima necessità, avvenuta praticamente in tempo reale”.
Che rapporto avete avuto con i parlamentari letti nei territori?
“E’ mancata un’interlocuzione con i rappresentanti eletti sul territorio in Parlamento; mi sarei aspettato più attenzione da parte dei vari parlamentari (che non ho avuto mai il piacere di sentire), anche per suggerire loro proposte di lavoro adeguate alla portata del problema che, complessivamente, si è scaricato su di noi. Ora i Comuni hanno bisogno che il governo metta a disposizione quanto serve (almeno 3/4 miliardi) per non rischiare di dover tagliare servizi essenziali per le persone, quali i servizi sociali ed educativi. Inoltre il motore per la ripartenza economica del Paese non può che ripartire dalle città, dai territori anche per evitare che la rabbia (ora latente) esploda e ci travolga. Tutto ciò la “politica romana”, troppo presa dal difendere privilegi oggi particolarmente sgradevoli, non lo percepisce purtroppo. Se pensiamo che ad oggi molti comuni in Italia non hanno ancora presentato il bilancio di previsione (quello che noi abbiamo approvato a dicembre 2019) è facile comprendere la drammaticità del problema. Ai comuni, infine, va affidata la gestione di ciò che lo Stato ha palesemente (nel corso di decenni) dimostrato di saper fare poco e male. E per giungere a ciò occorre una vera riforma istituzionale che assegni autonomia, reale sussidiarietà ai Comuni. Quella avviata non va nel verso giusto, non fosse altro che per il fatto che è stata costituita l’ennesima task force composta da 18 persone, 13 professori universitari e 5 dirigenti ministeriali. I rappresentanti degli Enti locali sono stati esclusi. Occorre rimediare anche a questo palese errore.”
(m.z.)