Ne hanno parlato tutti. Su tutti i giornali la notizia e i relativi commenti hanno occupato, spesso, la prima pagina. I notiziari TV hanno fatto il pieno per non parlare dei talk show. Ritengo giusto che anche noi si dica qualcosa e si spendano due parole sui bonus da 600 euro richiesto e ottenuto da parlamentari e consiglieri regionali.

L’aspetto che più mi ha colpito della vicenda è stato l’insorgere dell’indignazione, la levata di scudi a difesa della dignità, il riaffiorare, mai sopito, del forte dubbio sulla qualità della “Casta”. Mi è sembrato di osservare uno stupore e un’indignazione assai scontati, un gonfiore di petto che non tiene conto della pur triste realtà delle cose. Se ci riesce, almeno per una volta, di seguire una traccia di obiettività, si è trattato di una conseguenza, di un seguito, di un sentiero già da tempo tracciato.

Ma cosa ci aspettavamo? Davvero ancora una volta ci si attendeva qualcosa di diverso? Abbiamo accettato quasi in silenzio che l’uomo a capo del partito più votato e potente di allora finisse incriminato per mafia e risultasse colpevole fino al più alto grado di giudizio per collisione con i grandi capi mafiosi. Un ministro della Repubblica finito in manette per aver lucrato sottoscrivendo affari loschi durante l’acquisto di aerei. Non ci siamo stupiti più di tanto quando oltre quindicimila persone hanno sfilato in favore della cura Di Bella, quando l’intero mondo scientifico girava in senso opposto. Abbiamo assistito in rigoroso silenzio all’intervento di monsignor Milingo in pieno festival di San Remo: una delle poche serate interessanti. Qualcuno di noi, ne sono certo, si è morso le mani per non aver potuto partecipare all’asta dei cimeli di Mike Buongiorno dove sono stati battuti prezzi incredibili. L’ultimo erede di Casa Savoia lancia il suo programma elettorale mentre, in altra sede, pubblicizza una marca di carciofini. Abbiamo realizzato un ponte lungo mille ottocento metri e rotti in due anni e ne abbiamo impiegati la bellezza di cinque per riparare un affossamento di un altro ponte per l’incredibile lunghezza di duecento metri (proprio in questi giorni l’inaugurazione alla presenza delle massime autorità siciliane).

E mi fermo qui per puro senso del pudore, non per altro. È ora? Ora ci indigniamo per cinque “poveri” parlamentari che hanno usufruito di un piccolo bonus da seicento euro per far fronte alle piccole spese quotidiane? E per qualche altro personaggio famoso che, sempre a causa di fiscalisti degenerati, ha pensato bene di assicurarsi un aiuto per l’acquisto del tozzo di pane quotidiano?

Non sono riuscito a trovare il libro e me ne dispiace, quindi sono costretto ad andare a memoria chiedendo venia ai lettori e al più grande filosofo italiano: Benedetto Croce. Che ebbe a scrivere in merito al carattere di un popolo: esso è “la sua storia, tutta la sua storia, nient’altro che la sua storia”.

(Mauro Magnani)