Bologna. L’argomento è di quelli che ha suscitato dibattito e polemiche e, siamo convinti, continuerà a farlo. La correlazione tra polveri sottili nell’aria e diffusione del Covid è una ipotesi che circola da tempo. Nella seconda metà di marzo un gruppo di ricercatori delle università di Bologna e Bari, guidati dal presidente della Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani, aveva pubblicato un position paper che evidenziava una corrispondenza tra le aree del nord Italia che a febbraio hanno registrato un’elevata concentrazione di polveri sottili con quelle dove il virus ha colpito più duramente. La tesi era che lo smog potesse fare da carrier per il Coronavirus, cioè da vettore di trasporto e contagio. A fine aprile l’ipotesi veniva rafforzata dalla rilevazione, in seguito all’esame di analisi dell’aria presso alcuni siti industriali nella provincia di Bergamo, di tracce di Rna Sars-Cov-2 nel particolato atmosferico.

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La tesi, tuttavia, aveva suscitato anche lo scetticismo di buona parte della comunità scientifica, che insisteva sulla mancanza di prove nonché di un lavoro di peer review sullo studio prima della sua pubblicazione. Si esprimevano inoltre forti riserve sull’opportunità di diffondere notizie non verificate che, in un momento così delicato, avrebbero potuto creare panico e allarmismo, aspetto più volte sottolineato da molti politici ed amministratori pubblici.

Oggi, però, sembra che questo legame tra smog e Coronavirus smetta di essere un’ipotesi e trovi solide conferme nello studio condotto da Marco Roccetti, professore di Informatica all’Università di Bologna, che verrà presto pubblicato sulla rivista scientifica Computation, dopo aver superato il processo di peer review. Tra quantità di particolato nell’atmosfera e Covid-19 c’è una “correlazione spaventosa”, ha detto Roccetti al Corriere di Bologna. Per arrivare a questa consapevolezza Roccetti e i suoi collaboratori hanno usato un metodo statistico differente da quello degli studi precedenti, preso in prestito dalle scienze econometriche, che studia i flussi dei dati nel tempo. “Se aumentano le polveri sottili cresce la diffusione del virus, ma è vero anche il contrario”, continua il professor Roccetti sulle pagine del Corriere. “È un risultato che abbiamo ottenuto sia durante il lockdown che fuori dalla quarantena”.

Una scoperta che, verrebbe da dire, dovrebbe stimolare la lotta contro l’inquinamento atmosferico. Con quali forme? Il dibattito è aperto anche su questo fronte. E ad innescarlo è Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle. “Alla luce del nuovo studio condotto da alcuni ricercatori dell’università di Bologna sulla correlazione tra smog e Covid-19 non possiamo più permetterci di restare immobili. Servono azioni concrete e urgenti per cercare di migliorare la pessima qualità della nostra aria. Starcene con le mani in mano aspettando l’autunno per testare sulla pelle dei cittadini ‘l’effetto che fa’, così come la Regione sembra intenzionata a fare, sarebbe davvero molto grave”.

“Fino ad oggi la Regione ha sottovalutato questi studi non facendo assolutamente nulla sul fronte ambientale – aggiunge Piccinini –. Nell’ultimo assestamento di bilancio noi avevamo proposto alcune misure per migliorare, soprattutto nel breve periodo, la pessima qualità dell’aria che respiriamo in Pianura Padana. Era già necessario intervenire prima, ma con queste nuove e ulteriori prospettive su Covid e inquinamento diventa più che mai urgente farlo oggi. Eppure, tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati da Pd, Verdi e Coraggiosi, senza alcuna giustificazione credibile. Se queste sono le premesse di un dialogo che dovrebbe nascere, tanto per tornare su un tema di attualità come quello delle alleanze su temi e contenuti, non vedo all’orizzonte una concreta volontà di convergenza su queste – ormai quasi più mitologiche che reali- battaglie ambientaliste progressiste. Continueremo comunque a portare avanti le nostre priorità e a mettere i nostri temi sul tavolo. In attesa che anche la maggioranza che governa questa regione decida da che parte stare” conclude la capogruppo M5S.