Venezia, 5 settembre 2020. “Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia? Riusciremo a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del dolore?” il regista ungherese 45nne Kornél Mundruczó, con la sua “storica” sceneggiatrice Kata Wéber ( “Withe Dog”, vincitore a Cannes 2014 nella sezione Un Certain Reguard) racconta il lutto da elaborare a seguito della perdita di una bimba appena nata.
Pieces of a woman, prodotto tra gli altri da Martin Scorsese, è in concorso sabato 5 settembre alla Mostra del Cinema 2020, edizione numero 77. Pellicola personalissima. L’opinione critica prevalente è che si tratti di un film riuscito che coinvolge emotivamente lo spettatore sia per le scelte di regia sia per l’interpretazione in particolare della protagonista Vanessa Kirby, attrice inglese nota per il ruolo di Margaret nella serie TV “The crown”. La coppia, lui è Shia LaBeouf, viene seguita, in una Boston invernale, dalla macchina da presa in maniera immersiva anche in situazioni di vita quotidiane nei dialoghi e silenzi rendendo piena la immedesimazione. Si candida per il premio finale.
Coltivare la propria passione con dedizione sacrificando tutto. Vale la pena? L’altro film in concorso nella selezione principale è “The disciple”, film del cinema indiano che torna alla Mostra di Venezia a diciannove anni di distanza da “Monsoon Wedding” di Mira Nair. È l’affascinante racconto di un fallimento, quello di Sharad (Aditya Modak, vero artista musicale) di diventare un esponente di spicco della musica classica indiana, un’arte che richiede una attività ferrea. Nonostante la disciplina, la dedizione, la pazienza anche nei confronti del suo vecchio maestro, il suo sogno non sembra corrispondere al talento .. il regista Chaitanya Tamhane porta a termine la lunga gestazione – che ha coinvolto anche il regista di “Roma” Alfonso Cuaron – di un’opera ambiziosa. Lo spettatore segue un viaggio di iniziazione spirituale che si trasforma a poco a poco in una profonda analisi interiore.
C’è spazio anche per le commedie alla Mostra, anche se fuori concorso e particolarmente surreali. Scritta e diretta da Quentin Dupieux la bizzarria della pellicola franco belga “Mandibules” vede per protagonista una mosca gigante, che i due sfaccendati protagonisti trovano nel bagagliaio di una macchina rubata e pensano di ammaestrare per guadagnarci. Le situazioni che i due amici borderline devono affrontare li umanizzano e li rendono vincenti. Gli interpreti sono David Marsais, Grégoire Ludig, Adèle Exarchopoulos.
(Caterina Grazioli)