Venezia, 11 settembre 2020. E finalmente è arrivato “Nomadland”. Il film in concorso, che verrà presentato anche al Toronto film festival e già in odore di Oscar, è un successo annunciato da un po’. L’attesa non è stata delusa, anche se si tratta di una pellicola classica. Un poetico e tradizionale road movie dove i protagonisti sono i nuovi “houseless”, gente âgée che vive su quattro ruote arrangiate a camper e si sposta nella grande natura americana alla ricerca di occasioni di lavoro. Frances McDormand è fiera di questa opera fortemente voluta, prodotta e interpretata. La regista è la giovane sino-americana Chloé Zhao.
Molti degli interpreti sono veri nomadi. La loro scelta di vita è basata sulla condivisione sostenibile “contro il dominio del dollaro”. Queste persone dice l’attrice, collegata via Zoom alla sala stampa veneziana, sono frutto della “disperazione economica del mio Paese, e in ultima analisi del mondo intero, ma non ritengo che Chloé abbia fatto un film sulla situazione politica attuale”. La pellicola infatti è basata su un libro-inchiesta scritto da Jessica Bruder nel 2017. La storia è incentrata sul viaggio personale di Fern (McDormand), una vedova sessantenne che abbandona la città di Empire dopo avere perso marito e lavoro da operaia nella fabbrica locale fallita e sceglie di avventurarsi nella sfida del nomadismo e dell’impiego stagionale. Le facce e le storie che incontra, nei campi di barbabietole in Nebraska, nei campeggi estivi e nelle nuove cattedrali dell’E-commerce, sono quelle vere.
La McDormand si cala anche nella sua storia personale provenendo da una famiglia umile e operaia. Entra in ballo anche Amazon, che richiede manodopera precaria e a basso costo e su cui sia regista che attrice non hanno commenti negativi da fare perché “comunque offre lavoro” commenta McDormand. Ci sono le musiche del compositore italiano Ludovico Einaudi, partiture pianistiche minimaliste. Tra incidenti di percorso, notti al freddo, confessioni di donne, momenti di sconforto, accensioni di felicità e una storia d’amore che pare fiorire con un premuroso e goffo coetaneo in fuga da tutto, incarnato da David Strathairn, ecco come è l’esistenza di questi nuovi pionieri ultrasessantenni con alle spalle lutti, malattie, ricordi (insomma il solito campionario), che trovano nella natura, nel silenzio e nella solidarietà la loro nuova vita, da cui non riescono più a staccarsi. Neorealismo all’americana.
Ci siamo: ecco l’ultimo film in concorso alla selezione ufficiale di Venezia 77. sfilare sul red carpet. “Tra una morte e l’altra (il titolo originale è l’impronunciabile “Səpələnmiş Ölümlər Arasında”), film azero del regista Hilal Baydarov chiude la rassegna principale. A Baku, in Azerbaigian, il trentenne Davud (l’attore Orkhan Iskandarli) fa una vita sbandata: maltratta la mamma inferma bisognosa di medicine, gira in motoretta con una ragazza alla quale piacciono le “canne”, uccide con una revolverata un balordo, deve darsi alla fuga inseguito da tre sicari maldestri. Davud viene ripreso da dietro, mentre guida il suo scooter in paesaggi montani e nebbiosi, battuti dalla pioggia e mentre scappa si lascia dietro la scia di morte di chiunque incontri durante la sua fuga. Un film poetico e spesso oscuro sulle possibilità dell’amore e sulla potenza della morte. La mente del regista è costantemente rivolta all’insegnamento di Bresson, “prima sentire emotivamente, poi capire”. Come spiega ancora l’autore, al centro del film è la ricerca di chi “cerca di comprendere le ragioni per cui vive ed è presente, qui e ora, in questo mondo. Penso a qualcuno che non sa amare e tuttavia crede nell’amore, una persona che cerca di trovare la sua vera famiglia, certa che quest’ultima porterà un significato autentico nella sua vita”. Strambo e simbolico road-movie con melodie folk-elettroniche.
Alle ore 19 in diretta su Raiplay e Raimovie oltre che in streaming dal sito ufficiale della mostra, verrà trasmessa la cerimonia di premiazione, con madrina l’attrice Anna Foglietta.
I premi di Venezia 2020 sono i seguenti: Leone d’oro al miglior film. Leone d’argento per la migliore regia. Il gran premio della giuria. La coppa Volpi alla migliore interpretazione maschile e femminile. Il premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente. E il premio per la migliore sceneggiatura e il premio speciale della giuria.
(Caterina Grazioli)