Tutti i giornali ne sono pieni: il nuovo scandalo finanziario che colpisce lo Stato del Vaticano, con tutti i risvolti del caso, fa notizia. Eccome! La dimensione dell’accaduto (in via di definizione, approfondimenti e certificazioni) lascia increduli. Parole come faccendieri, informatori, lobbies, banche svizzere, conti correnti scudati e società internazionali cosa hanno a che vedere con il “Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi”? Cosa può mai accumunare l’Obolo di San Pietro con la vendita di immobili a prezzo concordato per poi rivenderlo a cinque/sei volte tanto nel giro di pochi giorni? Cosa può giustificare (é cosa di qualche anno fa) l’intrallazzo scoperto all’interno della Banca del Vaticano tramite operazioni internazionali svolte in circuiti esclusivi e blindati? Come si può paragonare la grotta che ospitava San Francesco con l’appartamento, in Roma, in zona di lusso, di un “povero” Cardinale stipato in appena 700 metri quadrati?

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Oramai ci si è abituati alla scoperta di movimenti e giacenze di denaro ospitati in banche “sicure” lontane dagli occhi del fisco, a facoltosi imprenditori proprietari di “barchette” lunghe alcune decine di metri che cercano di “saltare” le accise sul carburante per i loro motori o a un Presidente del Consiglio che evade le tasse, ma lo stridore assordante che si avverte tra la fede religiosa e il denaro non ha pari.

Cosa ha a che vedere la vita di tanti sacerdoti votati alla disperata difesa dei più umili, dei diseredati, di quelli che non hanno più nulla, di quelli che non hanno mai avuto qualcosa, o di quelli che portano la loro verità negli angoli più remoti di questa nostra terra a rischio della propria vita con le operazioni in flottante su borse estere? Con l’acquisto tutto ed esclusivamente speculativo di immobili dal valore configurato con nove cifre su valuta euro, dollaro o sterlina inglese? Un Dio fatto uomo, vestito di una misera tunica non aveva provveduto a scacciare i mercanti dal tempio? Non aveva dissertato di un cammello e di una cruna di ago? Dove sono finite le indicazioni delle Sacre Scritture? Sono forse dirette unicamente a noi povere pecorelle mentre non toccano minimamente gli alti Prelati?

Povero Francesco! Ho ancora negli occhi l’immagine di Lui seduto alla mensa comune in Vaticano mentre attende lo stesso cibo servito al personale di servizio. E lo ascolto con profondo rispetto nell’Uomo di Fede quando, ogni domenica,al termine delle sue preghiere raccomanda a tutti quelli che lo ascoltano con parole di profonda e vera umiltà “di pregare per me”. Hai ragione Francesco, ne hai bisogno.

(Mauro Magnani)