Poche parole tanto limpide quanto pesanti come pietre queste pronunciate dalla senatrice a vita Liliana Segre durante quella che lei stessa vuole come ultima testimonianza. La sua testimonianza. E a chi lasciare il testimone se non ai più giovani, a quelli cui spetta, di diritto, il domani? Siamo in quel di Rondine, una piccola città alle porte di Arezzo.

Liliana Segre (Foto Wikipedia)

In una mattina come tante altre, la bimba Liliana, viene ad imparare dal papà che questa mattina non si va a scuola, che lei è diventata una bambina “invisibile“, una bambina diversa dalle altre. Innumerevoli altre volte ci è stato riferito questo particolare di vita, ma in questo caso assume un valore diverso: la diretta streaming con tutte le scuole del paese lo rende universalmente diffuso.

Di li a poco, la vita di Liliana e della sua famiglia assume aspetti e vicende diverse dalle altre famiglie “normali”: si rivolge direttamente ai giovani quando ricorda, con forza, che ora tocca a voi tutti comprendere, sapere per non dimenticare. Poi un po’ di ricordi, ricordi tra i muri e i fili spinati del campo di concentramento, quando per ben tre volte si ritrovò a sfilare davanti agli ufficiali tedeschi, insieme a tante altre ragazze completamente nude, per la selezione. E’ molto semplice: se passavi la selezione potevi vivere ancora un po’, in caso contrario la camera a gas e l’inceneritore. Non servivi più.

Quando quest’orrore giunse alla fine, unitamente alla grande stupida e inutile guerra, ebbi la possibilità di sparare ad un ufficiale delle SS che cercava di scappare: non lo feci. Non gli sparai: lo avrei ucciso e sarei diventata come loro. La mia scelta fu di non odiare. In questa mia scelta, la scelta di diventare una donna libera e di pace come sono ora.

Perché questo messaggio-eredità ai giovani? “Perché gli adolescenti sono fortissimi. Bisogna andare avanti senza paura, un passo dopo l’altro. Mai avere paura.”

La non facile e complessa scelta di non odiare, ci trasporta in un mondo basato sul confronto e sull’incontro, decidendo di far scomparire dal nostro vocabolario la parola “antagonista”. Incontreremo, in questo modo, con questa nostra scelta, “solo” diversi, dai quali poter attingere a piene mani la grande e misconosciuta forza della diversità. Mai più intolleranza.

(Mauro Magnani)