Nuovo lockdown in vista? Con cucine improvvisate in uffici e camerette che diventeranno aule scolastiche? Speriamo di no ma saranno possibili chiusure regionali limitate, per ora non il blocco nazionale come successe da marzo a maggio 2020 e tutto dipenderà giorno per giorno dalla necessità di circoscrivere le emergenze di questa “seconda ondata” che è stata frutto di trasporti senza distanziamento, riaperture di bar, uffici, scuole e soprattutto del “via libera” per un (dopo) ferragosto forsennato; all’oggi perciò servirà ridurre al minimo i contatti, ma non nel “lavoro” e scuola, per trovare nel frattempo una via d’uscita dalla pandemia con la filosofia non tanto di cosa è meglio “per me” ma per il bene comune, con l’occhio all’unicità della Cina che è appena uscita dalla pandemia , anche se ciò ottenuto con metodi dittatoriali impercorribili per le democrazie occidentali e soprattutto per la nostra, così fatta di rispetto reciproco e buonsenso.

Nel mondo le fasce più colpite da Covid-19 sono quelle più fragili, cittadini di serie B che per reddito o colore della pelle sono sempre stati quelli, malgrado tutto, a pensare “positivo” e che mai (come tutti noi) avrebbero immaginato che la pandemia da Coronavirus avrebbe cambiato forse per sempre il senso di questa parola.

La scienza purtroppo è stata (ed ancora sta) alla finestra e non da certezze, tanto col virologo “rassicurante” quanto con l’infettivologo che di contro spiega che fino a poco tempo fa Covid-19 è stato meno pericoloso solo perché le persone hanno circolato meno; una maniera a volte maldestra di sancir sentenze da parte di questi “accademici” che è frutto della consapevolezza che intanto saranno poi sempre i “fatti” (futuri) a decidere delle loro “dotte” affermazioni (ed eventuali successive falsificazioni) in quanto trattasi sempre e solo di ipotesi.

L’altra “scienza”, quella lowcost che non fa siparietti ed è meno coreografica ed appariscente di quella che giornalmente vediamo in Tv, ha intanto registrato il 2019 come l’anno più caldo mai visto in Europa “ri”denunciando come proprio ai cambiamenti climatici è associata la maggior diffusione dei virus e, in un assordante anonimato mediatico, ha trovato nelle “carote” di ghiaccio in Siberia un’importante concentrazione di virus giganti ibernati da oltre 3000 anni che, una volta scongelati, si sono dimostrati vitali con tutto ciò che ne potrebbe derivare con lo scioglimento progressivo delle calotte polari; news inquietante ma che non turberà il sonno dei complottisti Covid-dipendenti, quelli che “…ma che belle le città deserte…”, di solito sono benestanti, con un reddito sicuro, che dispongono di una casa grande e confortevole.

La stagione da vivere all’aperto sta finendo riportandoci, come qualcuno aveva previsto, ad essere bombardati quotidianamente dai numeri dei positivi (che crescono) assieme purtroppo ai decessi; una infodemia che riguarda l’abnorme quantità di informazioni rivolta alla società, esercizi pubblici o case private, tanto alle cerimonie religiose quanto allo sport e che disorienta (più che aiutare) a comprendere la giungla dei limiti di orario, della libera circolazione, i contenimenti e i blocchi, tutte azioni mediatiche queste che vorrebbero (anche) rassicurare ma che giorno dopo giorno sembrano invece sempre più andare avanti a tentoni navigando a vista.

(Giuseppe Vassura)