Dopo più di tre giorni dalla chiusura dei seggi e dall’inizio del conteggio di tutti i voti, sia quelli espressi di persona sia quelli inviati per posta, gli Stati Uniti d’America hanno un nuovo presidente. È il democratico Joe Biden, che conquista la Casa Bianca con il più ampio voto popolare di sempre. Insieme a lui ci sarà la prima vicepresidente donna nella storia americana, Kamala Harris.

Nel suo primo discorso, nella sera di sabato sulla costa est dell’America (la notte italiana) ha affermato: “Voglio essere un presidente che unifica, che non vede il blu e il rosso, ma gli Stati Uniti. Ho accettato questo incarico per andare a ricostruire la spina dorsale di questo paese. È venuto il momento di guarire gli Stati Uniti. Il lavoro che abbiamo davanti a noi sarà duro, ma voglio promettervi questo: sarò il presidente di tutti gli americani”. Prima di lui sul palco interviene Kamala Harris, prima vicepresidente donna e la prima di colore e di origini asiatiche, vestita di bianco, il colore simbolo delle suffragette. Cita immediatamente John Lewis, l’eroe di Selma paladino dei diritti civili scomparso in estate, invitando a non dare per scontata la democrazia americana, che “è forte quanto forte è la volontà di combattere per essa”. Ringrazia gli elettori per “aver scelto la speranza, l’unità, la moralità, l’onesta, la scienza, la verità”. Hanno scelto Joe Biden, “una persona che unisce e che guarisce”.

Joe Biden e Kamala Harris (Foto Wikipedia)

“Guarire” è la parola che ricorre nei discorsi di Kamala Harris e Joe Biden sul palco di Wilmington e il pensiero corre subito al Covid 19.

Donald Trump si rifiuta però di riconoscere la sconfitta e da lunedì inizierà a combattere in tribunale la battaglia per le elezioni che continua a considerare “rubate”, scrivendo via Twitter: “Io ho vinto le elezioni – tutto maiuscolo – ho avuto 71 milioni di voti legali. Brutte cose sono successe quando ai nostri osservatori non è stato permesso di controllare. Mai successo prima”.

Notizie smentite alla ‘Cnn’ da Ellen Weintraub, uno dei commissari della Commissione elettorale federale, secondo cui “nessuna delle denunce ha allegato alcuna prova di frode”.

Uno scenario possibile sarebbe quello che la figlia Ivanka, l’unica che non si è esposta, mentre i suoi due fratelli sono in prima linea con il team legale per seguire la strada di tutti i possibili riscorsi, stia trattando con i democratici la via dell’uscita dalla Casa Bianca di suo padre. Resistere ad ogni caso, anche incendiando l’America (emblematiche le immagini di persone con mitra e cartuccere a tracolla in strada alla notizia della vittoria di Biden) oppure un’uscita più vicina alla normale prassi americana, in cambio però di qualche vantaggio per Trump.

A chi è appassionato di lettura consiglio il libro “La dittatura dei dati”, scritto da Brittany Kaiser, edizioni Harper Collins Italia. Un resoconto dettagliato del lavoro di Cambridge Analytica, nella campagna di Trump del 2016 di “microtargettizzazione” di quasi tutti gli elettori americani, facendo leva sulle loro paure e insicurezze per modificare il loro comportamento abituale, attraverso campagne mirate alle fragilità di ciascuna persona e ottenere il voto a favore di Trump o anche solo l’astensione al posto della preferenza alla Clinton.

Ora con l’elezione di Biden e Harris ognuno si augura che parole come” valori, salute, onore, empatia” tornino ad essere l’obiettivo di chi ha le leve per governare il mondo.

(Tiziano Conti)