Belle fresche come le prime giornate di fine autunno sono arrivate le dispute (che valgono milioni di euro) riguardanti la neve si è la neve no. Il busillis che ci aveva tenuti desti nel periodo di ferragosto riguardante le discoteche sì o no si sta ripresentando con tutta la su dirompente forza unicamente con una meta diversa.

Allora, tra pressing di interesse, ignoranza, dabbenaggine, stupidità e chi più ne ha più ne metta, scegliemmo le discoteche, la movida serale, le folle alla ricerca della frescura serale, della classica avventura di sesso estiva. Oggi ne paghiamo il prezzo in centinaia di morti ogni giorno: non sarà un po’ troppo alto?

Normalmente non frequento i “social” e continuerò a non farlo fino a quando per entrare in ambiente web non occorrerà inserire il proprio codice fiscale, ma in questa occasione devo ammettere che i frequentatori dell’online mi hanno stupito e, devo ammetterlo, positivamente impressionato. E sono stati i giovani, i nostri ragazzi, i nostri figli che ci stanno prendendo in giro (con allocuzioni corrette e precise) circa la nostra follia riguardante l’anteporre il guadagno alla vita.

Si va dalla richiesta di fornire le scuole di impianti di risalita per poter salire in classe, alla richiesta di ciaspole per poter entrare a scuola in sicurezza, dall’affermazione che gli italiani sono un popolo di artisti, poeti, navigatori, aperitivi, discoteche e sciatori alla richiesta se sembra corretto che non si possano fare dieci chilometri per andare a trovare un parente ma se ne possano fare alcune centinaia per andare a sciare, poi una splendida affermazione: “Effettivamente con le scuole chiuse sarebbe un vero peccato non approfittarne per andare a sciare …”.

La più bella, secondo il mio personalissimo punto di vista, è quella che afferma: “Le scuole chiuse garantiscono l’ignoranza dei nostri figli quanto le piste di sci aperte l’abbronzatura dei genitori.”

Sta scritto che “i giovani ci salveranno!”: è la nostra ultima speranza.

(Mauro Magnani)