Imola. Una grande passione per la cucina e per il cinema dei quali era un esteta, uomo di classe e un po’ visionario. E la volontà assoluto di creare un luogo dove i clienti diventavano subito ospiti e venivano curati e coccolati con un’attenzione a tutti i particolari: non solamente ai piatti e ai vini (la sua cantina diventò famosa nel mondo), ma anche ai bicchieri di cristallo, sottopiatti d’argento, come i candelieri, le posate e i portafiori, con ogni giorno fiori freschi di giornata. Non molti tavoli in principio, ma sempre curati con la massima attenzione.

Gianluigi Morini nella prestigiosa cantina del ristorante San Domenico

Se n’è andato all’età di 85 anni dopo una lunga malattia Gianluigi Morini, fondatore del ristorante San Domenico, uno dei fiori all’occhiello della città dove sono stati ospiti star del cinema come Ugo Tognazzi, i grandi piloti della Formula Uno, splendide donne come Naomi Campbell e tanti altri personaggi famosi. Al San Domenico, venivano da tutta Italia pure i turisti esteri per uno dei ristoranti che hanno conquistato fra i primi nella penisola le prestigiose due stelle della guida Michelin, che ancora oggi il locale che dà sui giardini omonimi conserva. Un riconoscimento importante. Morini se n’è andato proprio cinquanta anni dopo l’apertura del ristorante, che avvenne nel marzo del 1970.

Gianluigi Morini con Massimiliano Mascia alla sua sinistra e a destra Natale e Valentino Marcattilii in una foto di qualche anno fa

Il fondatore aveva voluto con sè all’inizio il grande Nino Bergese che fece da maestro in cucina a Valentino Marcattilii, al fianco del fratello Natale Marcattilii, caposala fin dai primi tempi. Fino a Massimiliano Mascia, che guida ormai in cucina una nuova generazione con Valentino che continua a “sovrintendere” i piatti più famosi della tradizione come l’uovo in raviolo copiato in tutto il mondo.

A palazzo Sersanti, oltre un anno fa, per la presentazione di un libro di Valentino Marcattilii, Morini era andato ed era pure intervenuto brevemente, con simpatia e ironia. Ora la città piange uno di coloro che hanno fatto parlare di lei nel mondo.

(Massimo Mongardi)