Castel Bolognese (RA). Ci ha lasciato a 80 anni don Gigino Savorani, anima, cuore e animatore per tanti anni del Centro missionario di Imola. Fino al 2003 è stato al Santuario di Ghiandolino al quale ha ridato una nuova spinta propulsiva creando attorno ad esso una comunità di fedeli e arricchendolo con diverse opere. Una persona semplice, buona che non si tirava mai indietro. Sempre capace di essere avanti. E’ stato vice rettore del seminario di Monte del Re, ha insegnato religione per tanti anni alle scuole Visitandine di Castel San Pietro Terme. Dopo la lunga esperienza imolese è stato fino al 2012 parroco di San Giacomo a Lugo e poi, infine, a Castel Bolognese al fianco di Don Marco, e amministratore parrocchiale di Biancanigo e Tebano.
Riusciva a rendere le parrocchie dove arrivava più belle, accoglienti, aperte a chiunque volesse un momento di raccoglimento o desiderio di fare comunità. Ha trasformato la parrocchia di San Giacomo con diversi lavori di restauro, così poi anche a Biancanigo, trasformando una “normale” parrocchia di campagna in un vero e proprio gioiello, e il Santuario di Tebano che è stato arricchito dell’impianto audio e curato con meticolosità il giardino esterno. Amava ripetere che “la casa del Signore non deve esser meno bella delle nostre case” e così ha sempre avuto grande cura della pietra – chiesa.
E’ sempre stato convinto e ne ha fatto un suo cavallo di battaglia che “non era giusto che ci fossero gli ultimi, perché siamo tutti figli di Dio”. Da qui il suo grande amore per la missione. E’ stato uno dei primi sostenitori del progetto Chiese Sorelle. Per circa trent’anni è stato direttore del Centro missionario. Chi scrive lo ricorda più volte in vari luoghi della città e anche in consiglio comunale parlare della necessità di fare qualcosa per le missioni brasiliane, quelle in cui operava e dove ha trovato la morte Don Leo Commissari. Grazie a lui nacquero l’associazione San Cassiano che, assieme al Centro missionario, fece conoscere ai nostri territori i prodotti del commercio equo-solidale, e nel 1989, insieme a Giovanni Casadio, il Comitato São Bernardo.
Sempre con un sorriso aperto e cordiale, sorretto da una forza interiore incredibile, riusciva a circondarsi di persone di qualità, permettendo ad ognuno di dare il massimo dei talenti ricevuti. Uomo di una umiltà profondissima, era sempre il primo quando qualcuno aveva bisogno, sempre pronto a dare una mano, ad accogliere chiunque in casa sua e alla sua tavola. Di una generosità assoluta, metteva in circolo tutto quello che riceveva.
Lo ricordiamo con quella sua soavità, quella leggerezza così rara, e quel sorriso che metteva subito chiunque a proprio agio, quella relatività disarmante, ma allo stesso tempo potente che nasceva da una profonda fede. Ciò che ci consola è pensare che ora stia ricevendo la giusta ricompensa per tutto il bene che ha dispensato su questa terra.
Lascio per ultimo un ricordo personale. Era il 2003, io e Laura stavamo decidendo si sposarci. Lei preferiva il matrimonio religioso, io ero per quello civile. Ne parlammo con don Gigino. Ci sposammo il 27 novembre del 2003 al Santuario di Ghiandolino, fu l’ultimo matrimonio celebrato da Don Gigino al Santuario, quando già sapeva che presto avrebbe dovuto lasciarlo.
Ecco, questo è stato e sarà per sempre don Gigino.
(Valerio Zanotti)
Ė commovente leggere queste note sulla figura di don Gigino scritte dal direttore Zanotti. Direi che non si poteva descrivere meglio la figura di questo sacerdote che in molti abbiamo conosciuto e che ha servito Dio con fede, spirito di servizio ed umiltà. Complimenti.
Con immensa tristezza apprendo della dipartita di Don Gigino con lui ho potuto fare una grande esperienza contribuendo nell’attivita di Sao Bernardo, due persone distanti nel pensiero ma vicinissimi nel lavorare in progetti di solidarietà con la parte dei più deboli.Ciao D.Gigino
Aldo