Spett. redazione,
la sottoscrizione, dopo un lungo lavoro preparatorio, da parte di un ampio arco di forze istituzionali, economiche, sociali e associative del nuovo “Patto per il lavoro e per il clima” della Regione Emilia-Romagna rappresenta, in una fase così difficile per il Paese, già una buona notizia che dimostra la volontà di coesione e di impegno comune per affrontare le sfide impegnative dell’oggi e del domani della nostra comunità regionale.
Ma ancora più importanti sono i contenuti di questo ampio accordo che segnano rispetto al Patto precedente novità di grande rilievo. Per la prima volta in modo netto i temi dello sviluppo e dell’innovazione si legano strettamente a tematiche per noi fondamentali sostenute con forza da Emilia-Romagna Coraggiosa quali la necessità di dare risposte urgenti e coerenti all’ Emergenza sociale e all’ Emergenza ambientale e climatica che viviamo anche in Emilia-Romagna.
È importante che si parli sempre di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, che si dica esplicitamente che o lo sviluppo è sostenibile o non è uno sviluppo in grado di generare benessere per noi e per le generazioni future.
E’ rilevante il peso del tutto nuovo che ha nel patto il tema dell’ accelerazione della transizione ecologica dello sviluppo, l’impegno per rafforzare mitigazione e resilienza al fine di contrastare i cambiamenti climatici in atto che si concretizzano ad esempio nell’obiettivo davvero rivoluzionario rispetto ad oggi di portare il contributo delle energie rinnovabili al 100% entro il 2035, anticipando la scadenza prevista dall’ Unione Europea e dagli Accordi di Parigi al 2050 o la fissazione di nuovi obiettivi sfidanti sull’economia circolare ( ad esempio portare la raccolta differenziata all’obiettivo dell’80% entro il 2025).
Non è un caso che il nuovo Patto sia stato sottoscritto per la prima volta anche da un’associazione ambientalista come Legambiente e dai Comuni della Rete Rifiuti Zero, dimostrando che è possibile e necessaria una collaborazione sempre più forte tra le istituzioni impegnate nel cambiamento e le varie espressioni dell’ambientalismo.
E altrettanto apprezzabili per noi sono gli obiettivi fissati su obiettivi sociali fondamentali per contrastare le disuguaglianze purtroppo in atto come la crescita delle conoscenza e dei saperi con al centro il rafforzamento e la qualificazione dell’ istruzione pubblica a ogni livello , l’impegno perché’ il lavoro sia un lavoro regolare, stabile e di qualità capace di assicurare buoni livelli di reddito e i diritti fondamentali a partire dalla sicurezza nei luoghi di lavoro, l’impegno primario oggi e domani per garantire la salute dei cittadini rafforzando e investendo di più nella sanità pubblica negli ospedali, ma anche nei presidi territoriali e nella prevenzione, il rafforzamento e l’innovazione del welfare per renderlo sempre più inclusivo e radicato a livello territoriale, la tematica trasversale dei diritti e il particolare impegno per dare risposte del tutto nuove alle tematiche di genere e generazionali divenute ancora più acute e urgenti con l’ emergenza Covid.
È dunque per noi e per tutti coloro che hanno sostenuto gli obiettivi fondamentali di Emilia-Romagna Coraggiosa, più volte ribaditi dalla vicepresidente Elly Schlein un forte elemento di soddisfazione per questa svolta maturata a livello regionale.
Ora si apre un percorso, delineato e condiviso, ma non per questo meno complesso e coraggioso, per l’attuazione puntuale degli impegni previsti nel Patto. E per questo occorrerà veramente l’impegno di tutti, dei firmatari, dei territori, di tutti i cittadini.
Noi ci impegneremo, insieme ad altre forze progressiste civiche e associative, per dare un contributo serio e perché anche Ravenna, come è avvenuto con il nuovo Paesc, sia protagonista di questo lavoro, così essenziale per il futuro di tutti noi.
(Articolo Uno – Sinistra per Ravenna)
Ha firmato solo il livello regionale di Legambiente Emilia-Romagna, ma non i suoi circoli che facevano parte delle 71 associazioni e comitati ambientalisti del RECAER (Rete Emergenza Climatica ed Ambientale Emilia-Romagna) che hanno visto ignorate le oltre 700 pagine di proposte per una seria transizione ecologica!
Carissimi di “Articolo Uno – Sinistra per Ravenna” diteci dove stanno scritti in quel patto general generico i progetti:
– sulla mobilità sostenibile, che non siano le piste ciclabili, nuove strade, autostrade 4°/5° corsie e immensi capannoni per la logistica su gomma;
– sul consumo di suolo zero, fatto salvo i precedenti PRG, PSC, insediamenti produttivi e centri commerciali, ecc, ecc;
– sulla rimozione dell’amianto;
– sull’attuazione del referendum sull’acqua pubblica e come tutelare le acque superficiali e di falda;
– sul potenziamento del sistema ferroviario regionale per i pendolari;
– sui controlli dell’uso dei pesticidi e di quali biomasse usare per la produzione di biogas in agricoltura;
– sulle energie rinnovabili, penalizzando quelle da energie fossili;
– su quali regole per il benessere animale;
– sull’economia circolare dei rifiuti attraverso una concreta tassazione dei rifiuti indifferenziati e l’obbligo di separazione tra chi gestisce lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti;
– ecc, ecc….
La parola più ricorrente di quel patto è “LA TUTELA DELLA COMPETITIVITA DELLE IMPRESE’ “, troppo spesso nemica della qualità della vita dei lavoratori e dei cittadini!