Sembra essere inevitabile. A mio avviso a questo punto occorre fare una scelta. Una scelta di campo. Occorre scegliere da che parte stare e la scelta deve necessariamente escludere chi insiste nello stare dall’altra parte.
Tutti noi siamo a conoscenza delle centinaia di persone che tutti i giorni muoiono causa la peggiore pandemia occorsa da oltre un secolo e, in tutta franchezza non se ne vede ancora la fine; uno spiraglio si speranza arriva, ancora una volta dalla mente dell’uomo, da una piccola fiala di liquido che, sembra, ci possa garantire una certa dose di tranquillità e immediatamente, come una vera peste, il lato peggiore dell’uomo torna a galla.
Ecco che quella piccola fiala di liquido assume la sostanza di qualcosa di importante, qualcosa di irrinunciabile, di definitivo: una via di salvezza. E subito il suo valore diviene grande, immenso, irrinunciabile… appunto.
Le forniture in arrivo saranno affidate e scortate da uomini del nostro esercito. Uomini in tuta mimetica e armi al fianco ne cureranno il trasporto, lo stoccaggio. Vigileranno affinché nessuno possa appropriarsi di questa ricchezza a fini propri. Cosa volete che sia se alcuni di noi, a centinaia, se ne vanno, cosa importa se altre centinaia giacciono su letti di ospedale collegati a macchine che cercano di supplire alla loro carenza di vita, cosa volete che importi se questa pandemia ci sta riducendo in miseria (perché è quello che accadrà): l’importante è riuscire ad approfittare di tutto ciò per fare denaro. Riuscire ad impossessarsi di un cartone di quelle fialette significa denaro, tanto denaro, tanto quanto può controbilanciarne la disperazione, la paura dell’altro. Mai come ora il vecchio adagio appare in tutta la sua disarmante verità: mors tua vita mea. E se non basta, la mente malata dell’uomo prende forma (non poteva essere altrimenti) anche nel profondo e oscuro web, il luogo dove tutto è possibile, dove tutto accade quasi per magia: il vaccino miracoloso si vende al nero, con garanzia di miracolosa efficacia e pronta efficacia.
Non so voi, ma io ho smarrito la fiducia, ne ho terminata la scorta e non sono più disponibile nel porgere l’altra guancia, ho esaurito la riserva di perdono: a queste bestie (e perdonatemi il grossolano errore perché in verità le bestie sono molto meglio di tutti noi) non riservo il perdono, la clemenza, la possibilità di redenzione. Ci credano altri, io non riesco più e me ne faccio personale cruccio e disperazione.
Io spero che queste immonde carogne vengano individuate e che sia inflitto loro il giusto castigo, la spada della vendetta, la zona vendicativa della giustizia: siano rinchiusi in celle sicure e venga gettata via la chiave. Troppo facile una morte di giustizia. Troppo facile. Si dia a loro tutto il tempo di una vita per riflettere, se ne sono in grado, sulla loro miseria, sulla loro malvagità, sulla loro contro-natura.
Mi si criticherà in base al vecchio adagio che “sotto Natale tutti si debba essere più buoni”: sono certo di aver posseduto una certa dose di bontà, ma devo averla riposta da qualche parte e, come spesso capita, non ricordo dove. E non ho nessuna voglia di perdere tempo a cercarla.
(Mauro Magnani)