Faenza. Al fine di proteggere i pazienti del reparto di oncoematologia dell’Ospedale di Faenza da un possibile contagio da Covid, è risultato indispensabile ripensare e ridefinire i processi organizzativi e assistenziali, assieme agli spazi e l’articolazione delle attività sanitarie all’interno del reparto.

Si è rivelato pertanto necessario selezionare gli accessi dei pazienti che accedono al Day hospital – Day service e regolamentarne le presenze, per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari, Con il coinvolgimento della Direzione sanitaria del presidio ospedaliero, della Protezione civile, dell’Ufficio tecnico e di altri organi, è stato attivato un percorso alternativo di “presa in carico” dei pazienti, posizionando un gazebo all’interno del cortile “San Giuliano”, allestito per garantire un percorso di triage rapido e differenziato degli accessi al servizio da parte degli utenti con patologia oncoematologica. A fianco del gazebo è stato poi posizionato un prefabbricato dove è stata ricollocata la postazione di accettazione dei pazienti del Day hospital.

Terminata la fase di accoglienza, i pazienti potranno attendere all’interno del gazebo dove è stata realizzata una sala di attesa riscaldata. Per dare un tocco di colore, due studentesse del liceo artistico Torricelli-Ballardini, Sara Zappi e Silvia Coraci, hanno “cambiato” il volto alla struttura con un intervento di arte visiva.

“Un ringraziamento deve andare al liceo Torricelli-Ballardini, che si è reso disponibile per questa collaborazione per essere intervenute nel rendere più gradevole questo percorso di umanizzazione all’interno dell’ospedale”, afferma il direttore dell’ospedale civile Davide Tellarini.

Giovedì 24 dicembre la struttura è stata inaugurata. Alla breve cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, Davide Tellarini, direttore dell’ospedale di Faenza, Cristina Fabbri, direttore infermieristico ambito territoriale di Ravenna, Stefano Tamberi, responsabile del reparto di Oncologia di Faenza e il sindaco Massimo Isola.

“Questa piccola opera delle due studentesse del Ballardini si sposa con altre di grandi maestri come Zauli e Melandri. Quindi il rapporto tra il nostro ospedale e l’arte non è casuale, ma è un legame organico. L’ospedale di Faenza, che si prende cura dei faentini, è uno dei centri pulsanti della comunità e fa parte dell’identità della città; in alcuni casi però capita, come in questo caso, dove due ragazze si sono impegnate nel realizzare una piccola opera d’arte, però è la città che vuol prendersi cura del suo ospedale”, ha infine sottolineato il Sindaco Massimo Isola.

(Annalaura Matatia)