Fine anno è tempo di bilanci, ma ancor oggi che la pandemia è in corso già abbiamo imparato sulla nostra pelle di quante cose si potrà fare a meno se continueremo ad essere “sfortunati”, viaggiare ad esempio, organizzare feste, pianificare l’impianificabile, e fare streaming inutile, facendo così di necessità virtù; se invece come spero saremo “fortunati”, il 2021 sarà tutto in discesa dove passare più tempo con gli amici vicini o lontani, tornare ad applaudire a teatro, giocare (anche a paddle), sudare in palestra, e soprattutto non essere più soli “da soli”, ma (almeno) soli tutti assieme per riabbracciare e baciare quanto ci pare le persone a cui vogliamo bene.
L’anno 2020 “al risparmio” ci ha appena insegnato che dietro l’angolo degli errori del recente passato esistono ristrettezze, di cui nemmeno conoscevamo l’esistenza, che stanno facendo vivere alle nostre comunità l’indimenticabile quotidianità di un purgatorio fatto di asocialità chiudendo il rubinetto delle emozioni positive e obbligandoci al biglietto di sola andata verso la dittatura del lockdown, senza riunioni famigliari e cenoni della tradizione con amici, e soprattutto senza quella fratellanza che comporta la vicinanza.
Parafrasando il detto dei nostri nonni, che “tutti i nodi prima o poi vengono al pettine”, non ci siamo accorti dei “modi” di vita sbagliati che conducevamo e che hanno contribuito all’insorgenza della pandemia da Coronavirus; malgrado però i guai che stiamo passando continuiamo ad appellarci a moduli, tabelle, parametri e cifre percentuali di quel disgraziato life-style che ha portato alla progressiva distruzione di interi ecosistemi naturali, una mancata inversione di tendenza drammaticamente d’attualità che rischia di farci “ri”tornare alle devastazioni ambientali di prima e ai guai di adesso, da qui la mission di troncare per sempre quell’infinità di errori (e “modi” di vita conseguenti) con tenacità e reagendo alle difficoltà, solo così facendo nessun “nodo” verrà mai più al pettine.
E’ stato infatti dallo sfruttamento degli animali selvatici ed esotici e il loro mercato (compresi macelli e le fiere) che è nata la pandemia da Covid-19 che sta facendo morire la gente, ma perché sia questo l’ultimo dei guai con cui vogliamo avere a che fare in futuro, dovremo sempre più preferire cibi vegetali a quelli animali e sostenere le aziende (e loro finanziamenti) che si “ri”fonderanno in base a criteri di sostenibilità; è di questi ultimi giorni l’ondata emotiva che sta provocando la somministrazione dei primi vaccini anticovid, ed è anche da qui che deve partire la (fattiva) convinzione che investire nella prevenzione delle malattie e nella ricerca scientifica sarà sempre più vitale per la salute di tutti.
I “modi” sbagliati del passato ci hanno così regalato l’avvilente sentimento di essere stati derubati della Festa più bella dell’anno che è il Natale, che come quella di Capodanno sarà specularmente opposta alle trascorse e che vedrà al lavoro ancor più volontari a occuparsi di mense per molti più bisognosi, di lavanderie, di informazioni e di logistica emergenziale in ambito sanitario, e semmai proprio a S. Silvestro a bordo delle ambulanze; più fortunati di loro saranno quelli che a casa propria potranno condividere (tra pochi) i piatti della tradizione, di quella italiana con lasagna, cappone e panettone o di quella ad esempio vegetariana indiana a base di riso basmati, spinaci, ceci, samosa, e l’anarsa o il kufi (a base di mango) come dolci.
Il web ha alleviato la difficoltà di relazionare la vita privata e quella di lavoratori e imprese, causata dai provvedimenti per l’emergenza sanitaria, proponendo contenuti culturali in abbonamento, dagli approfondimenti in ambito Bce a sostegno del Next generation Ue a quelli dei “Live video” in streaming, dalle sfilate di moda con interviste agli stilisti agli eventi delle Fondazioni culturali su mostre e musei, finanche al settore Cook (sempre di gran audience) con inchieste sul cibo e dibattiti d’attualità come ad esempio sulla crisi della ristorazione.
(Giuseppe Vassura)