C’era da scommetterci e da vincere. Il ritmo di esecuzione delle vaccinazioni anti-covid rispecchia, con la massima precisione, il caos dell’attuale situazione nazionale: previsioni non corrette, pianificazioni errate o approssimative, esecuzioni dilettantesche, promesse future di sicure migliorie. Il tutto condito adeguatamente da una disputa politica vuota di contenuti ma densa di interessi, di visibilità, di reale contatto con la realtà.

Un partito, ora al governo, che si trova costretto a confrontarsi con il suo ex-segretario intenzionato a porre adeguatamente il classico bastone tra le ruote (assai cigolanti di per sé stesse) di ingranaggi mai convenientemente messi a punto; un altro partito, in maggioranza di presenza, quasi abbagliato dalla scoperta, sempre nuova, che tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare, frastornato e diviso come solo chi difetta di una linea sicura precedentemente ben nettamente fissata; un terzo partito, derivato da fuori-usciti, in assoluto bisogno di visibilità e traboccante di una sincera dose di rancore, determinato ad indossare la variopinta divisa del galletto da combattimento con tanto di speroni ; un quarto insieme, fuoriusciti da fuoriusciti, risplendente di fulgide distinzioni di programma, rigido nelle indicazioni di corretta rotta, quanto altrettanto incapace di netta distinzione al momento della scelta di indirizzo imperdonabile o improponibile. Poi ci sono quelli che, per loro personalissima linea politica che deve essere accettata con riserva di condivisione, se ne stanno al momento fuori dai giochi, ma, a gran voce, indicano sicure linee di comportamento, risoluzioni definitive, scelte sociali e politiche valide ed affidabili, risolutive : un profondo senso di invidia si prova davanti a tanta certezza.

La nostra situazione umana, d’altra parte, oscilla tra estremi che appaiono come decisamente incomunicabili e incompatibili: si va dal convinto no-vax che afferma di essere intenzionato ad infettarsi in tutta libertà di scelta, ci interroga affermando che nel paese esiste la medicina gratuita nell’assistenza quindi lui si farà opportunamente curare, alla giovane ragazza italiana, appena trentunenne, chiamata a dirigere uno dei quattro centri di ricerca negli States, ove si studia la possibilità di realizzazione di computer su base di calcolo quantistico, in grado, quando si riuscirà a realizzarli, di una velocità di esecuzione che consentirà di eseguire calcoli in pochi secondi che, ora, richiedono tempi improponibili, possibilità di calcolo che rivoluzioneranno il mondo della fisica come la conosciamo ora e che ci consentiranno di vedere oltre un orizzonte ora insormontabile.
Due osservazioni al riguardo: 1) riesco a capire perché una giovane mente con queste capacità abbia deciso di fuggire; 2) se riuscite voi a tracciare una linea comune in grado di contenere questi due estremi …

Se fuori da tutto questo ciarpame non ci si trovasse in presenza di una comunità economica, umana e sociale che definirla “alla deriva” non rende esattamente l’idea, un insieme di realtà alla disperata ricerca di sé stesse, di un senso comune, di un orizzonte, ci si potrebbe sedere, stare a guardare e prepararsi a ridere. Ma non è il caso: non il nostro caso.
E non ci sia di conforto quanto accade tutto attorno a noi: il confronto, a volte quasi vittorioso, con chi sta peggio di noi, non ha mai generato frutti convenienti o realistici: numeri alla mano, tutte le altre comunità attorno a noi sono messe uguali, se non peggio.
Un po’ più lontano ci sono poi le comunità che non hanno neppure cominciato le vaccinazioni, anzi che non hanno ancora nessuna dose disponibile, che non ne avranno ancora per molto tempo, che forse non sanno neppure che da qualche parte del mondo tale vaccino è stato realizzato.

Confesso: entrando nel nuovo anno, da bastian contrario ho promesso di essere più cattivo, di aver esaurito i buoni propositi e di ritrovarmi con una dose di rabbia che al confronto il cane del mio vicino di casa appare dilettantesco, così azzardo un’idea, un presentimento che viene da lontano, maturato nel tempo, rinforzato dal ripetersi di certezze: non sarà che si procede a rilento nella vaccinazione in quanto ci si trova a dibattersi tra la necessità di intervento e il segreto dubbio della validità e della sicurezza racchiuse in quelle piccole fiale?
Possibile che nessun paese Europeo sia riuscito a preparare convenientemente un programma di vaccinazione come si deve? Neppure con la rinomata efficienza tedesca? Non si resterà un po’ tutti alla finestra in prudente attesa? Qualcosa di più in due paesi anglo-sassoni, ma occorre tener conto che nei due paesi la situazione della pandemia è decisamente devastante, ammesso e non concesso che da noi non si possa parlare di “devastante”.

Il seguito alla prossima puntata che non mancherà.

(Mauro Magnani)