Arrivano le decisioni del ministro della Sanità, Roberto Speranza, sulla divisione in zone delle regioni italiane dal 10 dicembre e non possono certo fare piacere. L’Emilia Romagna sarà in zona arancione assieme a Calabria, Lombardia, Sicilia e Veneto. La nuova ordinanza, in vigore dal 10 gennaio, tiene infatti conto dei dati dal 28 dicembre al 3 gennaio e delle indicazioni della Cabina di regia. E in Italia l’indice Rt è risalito all’1.03%, ricordiamo che da 1 a 1,25% si viene inseriti in zona arancione, sopra all’1,25% si diventa zona rossa. L’Emilia Romagna è all’1,05%, Calabria 1,14%, Lombardia 1,27%, Sicilia e Veneto sono leggermente sotto l’1%, ma hanno chiesto loro di essere inseriti nella zona intermedia. Tuttavia sono altre 7 le regioni in bilico, dipenderà dei dati dei prossimi sette giorni.
Le misure resteranno in vigore fino al 15 gennaio contestualmente ai provvedimenti previsti dal decreto legge n. 1 del 5 gennaio 2021. Per quella data è atteso il nuovo Dpcm che dovrà ridefinire i divieti e i criteri che ci accompagneranno fino a febbraio, nello stesso tempo, in base ai dati epidemiologici, verranno ridefinite le collocazioni delle regioni nelle varie zone.
Intanto la giunta regionale ha deciso di rinviare il ritorno delle lezioni in presenza (comunque al 50%) per le scuole superiori al 25 gennaio: “Fatto ciò che serviva per la ripartenza, ma contagi in aumento e quadro epidemiologico a rischio” hanno portato a questa decisione.
L’aumento dei contagi, con gli esperti – dall’Istituto superiore di sanità alla sanità regionale – che prevedono un possibile innalzamento della curva epidemiologica anche nei prossimi giorni, richiede ora la massima precauzione. Con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica ed evitare una terza ondata che porterebbe di nuovo a chiusure generalizzate nel nostro Paese, come sta già avvenendo in altri Stati europei.
Fino al 24 gennaio, quindi, rimarranno aperte – in presenza – materne, elementari e medie, mentre alle superiori le lezioni proseguono al 100% con la didattica a distanza.
“La situazione pandemica certo non migliora, in Emilia-Romagna e nel Paese – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – come dimostrano i nuovi dati contenuti nel report settimanale dell’Istituto superiore di sanità e della Cabina di regia, che portano la nostra regione a entrare in fascia di rischio arancione da domenica prossima. E rimangono troppe incertezze rispetto alla possibile evoluzione, in un contesto europeo fortemente critico, verso il quale anche l’Italia potrebbe tendere in assenza di ulteriori misure restrittive, come ha ribadito ancora oggi l’Iss, dopo valutazioni analoghe fatte già nei giorni scorsi dal ministro della Salute nel confronto con le Regioni. La curva epidemiologica sale e con essa anche il livello di saturazione dei reparti di terapia intensiva. Oltre alla campagna vaccinale bisogna promuovere ogni sforzo per abbassare il numero dei contagi. Solo nei prossimi giorni, con la verifica dell’impatto delle misure adottate durante le festività, avremo un quadro più chiaro e potranno essere prese ulteriori decisioni. Ora è necessario applicare il principio della massima prudenza e precauzione, lo stesso scelto dalle regioni in procinto di entrare in fascia arancione e da numerose anche in fascia gialla”.
“Abbiamo fatto tutto quello che serviva per riaprire le scuole superiori in presenza- sottolinea l’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni- grazie a uno straordinario lavoro di squadra insieme a Prefetture e Ufficio scolastico regionale, agli enti locali e alle aziende di trasporto pubblico locale, nonché con le organizzazioni sindacali. Con orari d’ingresso differenziati lì dove serviva e trasporti potenziati. Un piano regionale per la riapertura che abbiamo presentato già prima delle festività, in un quadro generale che purtroppo è cambiato e che, sulla base delle valutazioni epidemiologiche fatte dalla sanità nazionale e regionale, potrebbe peggiorare. Un piano che resta valido, e che siamo pronti a utilizzare per riaprire non appena si potrà”.
La Giunta regionale, guidata dal presidente Stefano Bonaccini, ha inoltre convenuto sul fatto che tutto il personale della scuola, docente e no, debba rientrare al più presto nella campagna vaccinale anti-Covid, ricevendo la somministrazione delle dosi necessarie subito con l’avvio della fase che segue l’attuale, riservata al personale sanitario, a operatori e degenti delle CRA, proprio per garantire le condizioni di massima sicurezza.