E così Virginio Merola, sindaco di Bologna e della Città metropolitana (Cm) allo scadere del 2020 ha ritirato la delega a vicesindaco della Cm al sindaco di Castel San Pietro, Fausto Tinti, al quale ha lasciato altri impegni.
Che Tinti ci sia rimasto male è naturale, perché è persona stimata e perché aveva lavorato bene sia per Castello che per l’ intero territorio, soprattutto per quello coincidente con il Circondario imolese.
Chi mangia una banana compie un atto individuale, se getta la buccia in terra, l’ atto può avere effetti socialmente rilevanti. Così ha fatto Merola: quando un sindaco che si avvia alla scadenza naturale del mandato compie un gesto politico così rilevante fa sospettare di avere già maturato da tempo l’ operazione di fine anno, in attesa dell’ evento giusto per concretizzarla.
Le perplessità manifestate dal sindaco castellano in merito al Piano territoriale metropolitano, strumento di pianificazione rilevante per gli effetti socio economici che può produrre, sono state (forse) la causa della retrocessione.
Oltre tutto, il sindaco di Castel San Pietro rappresenta all’interno del Circondario l’ area est della Cm insieme a Castel Guelfo, quindi la parte più bolognese del Circondario. Pertanto, lo sgarbo fatto è controproducente nei confronti dei rapporti politici, istituzionali e sociali all’ interno della rete territoriale del Circondario e della Cm.
Al posto di Tinti è diventata vicesindaco metropolitano una Consigliera di maggioranza del Comune di Bologna: scelta legittima, ma che suona male nei confronti degli imolesi.
Quando arriveranno in periferia le risorse del Recovery Fund, negli organismi della Cm, così tutta bolognese, chi rappresenterà/tutelerà il Circondario, i suoi dieci Comuni ed i suoi 130 mila abitanti?
Il tentativo di annullare l’ autonomia organizzativa e operativa della sanità imolese è per ora stoppato grazie all’impegno di associazioni e singoli cittadini; vicenda sempre attuale che ha reso tutti ancor più diffidenti rispetto ai rapporti Imola-Bologna. La scelta di Merola non aiuta a rafforzare i rapporti con e nella Cm.
Ci sono ancora tutti gli estremi per rivedere il modo di condurre in porto il riordino della rete istituzionale: il Circondario imolese organizza i servizi sovracomunali dei dieci Comuni associati e li rappresenta all’ interno della Città metropolitana, il tutto senza strappi imprudenti.
Cosa ne pensa la Regione Emilia Romagna?
(Vittorio Feliciani)
Meglio tardi che mai: ha avuto modo di conoscerlo politicamente.