Medicina. Il sindaco di Medicina Matteo Montanari punta deciso sul metrobus elettrico come soluzione più efficiente per collegare la sua città a Bologna. Un no quindi al ripristino della ferrovia Budrio – Massa Lambarda perché secondo lo studio commissionato dallo stesso Comune di Medicina costerebbe circa 150 milioni di euro. Una scelta che non piace a Legambiente Imola – Medicina: “Quali commenti potremmo fare alle affermazioni del sindaco Montanari: quanto vale la partecipazione dei cittadini per le scelte future di un territorio (Piano strategico locale)? Dov’è la trasparenza politica nelle scelte (metrobus)? Quanto sono già costati il Civis (160 milioni… per nulla!) e il People mover (130 milioni e… il biglietto costerà 8 €!)? Quanti soldi pubblici è costata e costerà la chiesa del Carmine di proprietà della Curia? Insomma, quando si ha una visione forzata della tutela dell’ambiente, certe giustificazioni sono decisamente arrampicate di specchi”.

Ex-stazione di Medicina (foto di M. Martelli, 2009, tratta da ferrovieabbandonate.it)

La diatriba tra l’associazione ambientalista e i sindaci che si sono susseguiti alla guida della città sui temi della mobilità è una storia che viene da lontano, dagli anni ’80, quando nei programmi elettorali del centro sinistra primeggiava il “ripristino della ferrovia Budrio – Massa lombarda per una mobilità sostenibile”, una scelta che poi non ha avuto seguito: “L’inconsistenza di tale visione l’avevamo già riscontrata con la presentazione pubblica in ‘pompa magna’ della Nuova San Vitale (sindaca Rebecchi), con l’idea di utilizzare il vecchio sedime ferroviario per una “bus-via” (sindaco Rambaldi) ed infine siamo arrivati al capolinea con il metrobus sulla San Vitale annunciato da Montanari e Città Metropolitana. Se alle enunciazioni iniziate 40 anni fa fossero seguiti i fatti, avremmo già una bellissima ferrovia attiva e funzionante”.

Ma Legambiente non si ferma a Medicina, anzi le sue critiche si allarga anche alla giunta regionale: “La miopia politica e le false annunciazioni sulla ‘riconversione ecologica’ (Bonaccini – Schlein), verso una celere ‘transizione ecologica’ a tutela del clima, trovano conferma nel mancato potenziamento del sistema ferroviario metropolitano e regionale, senza un collegamento diretto Ravenna – Bologna per il trasporto delle persone, ma anche per le merci (porto di Ravenna – Interporto), quando in quest’ultimo caso le merci dal porto di Ravenna vanno verso Ferrara per poi voltare verso Suzzara – Parma! Barilla dice, meglio a questo punto scaricare il grano a La Spezia… Tutto questo continua a relegare le trafficatissime direttrici San Vitale e San Donato a non poter contare su di un collegamento ferroviario, uniche rispetto alle altre direttrici metropolitane, per inspiegabili scelte finanziarie e politiche che non trovano giustificazioni se consideriamo le cifre richiamate riguardo altre discutibili opere”.