Imola. Fa discutere la delibera relativa al “Contratto di sindacato di voto e disciplina dei trasferimenti azionari di Hera Spa”, approvata nei giorni scorsi dal Consiglio comunale di Imola. Si tratta di un accordo tra soci Hera che tra l’altro stabilisce quante azioni debbano essere necessariamente detenute dai soci pubblici (tra i quali i Comuni di Bologna e di Modena, nonché Imola, soprattutto attraverso il Con.Ami) e quante invece siano trasferibili.
“Ritengo il tema importante in quanto la detenzione da parte dei soci pubblici di un adeguato numero di azioni è essenziale ai fini di poter avere il controllo di una società che, oltre a gestire servizi essenziali, è proprietaria anche di reti strategiche – sottolinea Rebecca Chiarini, consigliere della Lega -. La vendita quindi di azioni Hera, anche se possibile nei limiti concessi dal patto di sindacato, ha un importante significato politico e deve essere portata a conoscenza della cittadinanza. Ho sollevato, sia in commissione che in consiglio, alcune gravi criticità del testo della delibera che espressamente prevede ‘di approvare la dismissione di azioni Hera nel numero massimo di azioni Hera non soggette al Sindacato di blocco: purtroppo, nonostante il sindaco abbia affermato che non vi è intenzione di vendere, la delibera non è stata corretta”.
Polemica anche la posizione di Marinella Vella della Lista Cappello: “La nostra lista civica è di centrosinistra, ma non si fa zerbino di fronte agli errori di questo governo cittadino, soprattutto quando si trattano temi fondamentali per la città. Così sulla delibera che approvava il contratto di sindacato Hera abbiamo insistito sulla necessità che venga istituito un organo di consulenza tecnico esterno per fare in modo che il Comitato, composto da sindaci spesso privi di competenze in materia, si avvalga di un organo di consulenza tecnica. Panieri ha risposto che non ce n’è bisogno una risposta che esprime un’ingenua supponenza! Invece è evidente il rischio, come è stato fino ad ora che il controllato (Hera), controlli i controllori (i sindaci), senza incontrare rilievi o proposte di modifiche più utili per i cittadini. Con buona pace delle esigenze dei cittadini e grande sollievo per le tasche degli azionisti”.
“Come risulta dalla documentazione fornitami dal sindaco, nel 2014 il Con.Ami ha ratificato una vendita già eseguita e future vendite negli anni seguenti per circa il 3,4% del patrimonio; queste vendite sono state poi concretizzate per circa l’86% di quanto stabilito – aggiunge Chiarini -. La scarna motivazione che si legge nel verbale è il miglioramento della posizione finanziaria netta del ConAmi. Io ritengo invece ancora valida la vecchia saggezza: l’argenteria non si vende, detto che vale soprattutto quando si tratta di reti e servizi pubblici che riguardano tutta la cittadinanza. Non dico che la mia visione politica del tema debba essere condivisa, ma che almeno i cittadini sappiano quel che accade in Comune e, soprattutto, in Con.Ami. Ritengo che i cittadini imolesi debbano essere informati su tali passaggi con maggiore trasparenza da parte degli enti preposti, avviando quindi un preventivo dibattito su tema che riguarda il patrimonio di tutti”.