Imola. 95 imprese in meno e -120 quelle iscritte rispetto al 2019. La pandemia presenta il suo conto anche all’economia del circondario imolese. I dati contenuti nel focus territoriale del quinto report “Covid-19” del Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna preoccupano e non poco. Delle 95 imprese in meno (con una diminuzione percentuale del -0,8% rispetto al -0,5% a livello provinciale), 29 sono artigianali (-0,8% rispetto al -0,9% provinciale). Il saldo tra iscritte e cessate nel 2019 era -43 (-6 quelle artigiane) mentre nel 2020 sale a -93 (-26 le artigiane).
“Bastano questi numeri per darci l’idea della sofferenza nella quale si trova l’economia del territorio, in linea con l’economia regionale – sottolinea Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana -. Certo c’è qualche settore che soffre meno, ad esempio nel circondario le costruzioni e i servizi alle imprese hanno anche un segno più, ma in generale è tutta l’economia che arretra. Pensiamo a quello che ha significato quest’anno per il turismo, le fiere, la ristorazione, ecc. E la nostra preoccupazione è che questi dati anticipino un quadro che rischia di peggiorare. Ad esempio sono molte le imprese, anche nel nostro territorio, che hanno sospeso l’attività e che stanno decidendo cosa fare, quindi ogni decisione è rinviata a questo 2021. Poi vi è il dato occupazionale che è ‘drogato’ dagli incentivi, ma quando a marzo scadranno le misure per la cassa integrazione, cosa succederà?”.
Una crisi, quindi, che non ha ancora dimostrato tutti i suoi effetti, tanto che, secondo Renzi, “se l’emergenza sanitaria sembra aver raggiunto il suo apice, altrettanto non è per quella economica. Di certo questa situazione politica non aiuta: andare alle urne adesso sarebbe veramente da irresponsabili”.
Guardando avanti, però, qualche speranza c’è: “Se vogliamo trovare una soluzione a questa drammatica crisi economica, dobbiamo guardare alle risorse del Recovery fund, ma per ottenerle occorre un governo autorevole e nel pieno dei suoi poteri, dopo di che serve una programmazione e una gestione all’altezza della grave situazione, senza dimenticare che servono tempi di attivazione rapidissimi, altrimenti si rischia di arrivare con la cura quando sarà troppo tardi”.