Puntuale come la notte, arriva il mercato “nero” dei vaccini: quando un bene assume le sembianze (reali) di assoluta panacea, il suo valore tende alla soglia massima ponderata. Tradotto: si presenta sul mercato in forma discreta, silenziosa, individua il compratore discreto e attende la risposta appartato in fiduciosa attesa.
Questa volta il compratore ha assunto le sembianze del Presidente Zaia (Regione Veneto), che annuncia di aver avuto offerte di notevoli quantità di vaccini da due (sembra di capire) fonti diverse: una da quindici milioni di dosi e la seconda per dodici milioni di dosi. Il Presidente, evidentemente spinto dalla volontà di coprire il più rapidamente possibile il suo gregge (e speriamo non solo il suo) e non tanto celatamente di sfoggiare capacità di mercato e di individuazione del prodotto (fra produttori che annunciano tagli di produzione, problematiche di mantenimento ritmo produttivo e via dicendo) si rivolge pubblicamente un po’ a tutti in attesa di risposta.
In realtà le domande che occorre porsi sono diverse e tutte di notevole importanza, sia dal punto di vista etico che da quello pratico.
La prima (non in ordine di importanza) che ci si deve porre riguarda la provenienza del prodotto. In un mondo assetato, improvvisamente, compare una notevole dose di prodotto del tutto inattesa: da dove viene tale notevole quantitativo? Quali canalizzazioni commerciali ha potuto seguire indisturbato fino a raggiungere la sede regionale veneta?
La seconda riguarda direttamente il destinatario: per quale ragione, davvero misteriosa, viene individuato il referente nella persona del Presidente Zaia? Altri interlocutori, di varie localizzazioni e capacità ricettive, sono decisamente più idonei e responsabilmente individuati come gestori e acquirenti di tale prezioso prodotto.
La terza, ma solo in ordine di esposizione, per quale ragione tale preziosa offerta non ha seguito i canali ufficiali, individuati nei responsabili nazionali o trans-nazionali preposti? A seguire: chi è, o chi sono gli offerenti? Da dove provengono i ventisette milioni di bottigline del prezioso liquido? Non si tratterà per caso di qualche speculatore che ha sottratto i vaccini ai naturali destinatari in attesa del mercato “caldo” e del compratore con in testa la fissa idea che “con il denaro si risolve tutto”? In barba a chi non potrà (forse mai) comprarselo e quindi destinato a crepare nella più infame indifferenza?
Poi, ovviamente, ma da ultimo, l’aspetto che riguarda la “qualità” del vaccino. Sarà stato prodotto in qualche capannone discretamente ubicato nell’anonimato complesso industriale di qualche metropoli? Qualche primaria ditta farmaceutica ha indirizzato la produzione verso obiettivi maggiormente remunerativi? E per quanto riguarda la qualità? Confezionato ” a spanazza” come si direbbe dalle nostre parti?
Per finire, ma, credetemi, non da ultimo, chi è stato privato della fornitura venendo depennato dalla lista dei naturali destinatari in base, unicamente, alla propria capacità finanziaria?
Avete presente il branco delle iene che, litigando, si contende i resti del pranzo del leone che, già sazio, si è allontanato e che, tanto per non cambiare mai, vedrà vincitore il più forte, quello con i denti più affilati, il maggiormente capace di cecità aggressiva? Cerchiamo, se ancora ne abbiamo la possibilità, di ricordarci che ci siamo attribuiti il primo posto nella catena animale. Unicamente a nostro personale e insindacabile giudizio.
(Mauro Magnani)