Imola. Una vita passata a “salvare piloti” quantomeno dal rischio di non correre più. Ci vorrebbe un libro – tra l’altro ne sono già usciti almeno tre – per riassumere una lunga carriera costellata dai molteplici successi professionali. Quali? Molto semplice. Far tornare a camminare Mick Doohan ad esempio, amico-pilota di Costa, che rischiò di ritrovarsi senza una gamba. Il medico imolese lo fece trasferire a Imola per la riabilitazione. Quello di Doohan è un episodio ricordato da molti. Addirittura, i clienti del Bar “La Tozzona” se lo ritrovarono davanti diverse volte a prendere un caffè, nel periodo di “buen ritiro” dell’australiano sul Santerno.

Claudio Costa

Il figlio dell’indimenticato Checco, fondò l’ormai pluri-premiata Clinica-mobile nel lontano 1976. Costa era un giovane medico, che già lavorava nel mondo delle corse espletando il servizio assieme ad alcuni colleghi: raggiungendo in auto i circuiti armati soltanto di una borsa medica.
Un servizio svolto in maniera pionieristica, dalla quale prese spunto proprio guardando alcune corse di moto da ragazzino. Immaginare di “balzare in pista” e salvare quei piloti che avrebbero lottato per la vita. Oltretutto, dovendo attendere l’arrivo di un intervento medico esterno.

Il battesimo del fuoco, per Costa, avvenne il 22 aprile 1957, quando soccorse Geoffrey Duke, dopo una rovinosa caduta alla curva delle Acque minerali con la sua Gilera. Duke stava gareggiando nella Coppa d’Oro Shell, competizione organizzata dal padre di Costa. In quell’occasione il medico trascinò Duke fuori dalla pista, oltre a spostare la moto dalla traiettoria degli altri concorrenti.

Da lì ebbe dunque inizio una lunga e fortunata carriera che portò la clinica mobile a fare scuola in tutto il mondo. Claudio Marcello Costa è nato a Imola, il 20 febbraio 1941, ottant’anni fa.
Un grande traguardo per un grande concittadino che ha portato il nome di Imola in tutto il mondo.

(Aris Alpi)