Pensare a questo personaggio, alla sua casa, al paese dove abita viene in mente il titolo (non il contenuto) di un libro famoso di Ken Follett “Le ali delle aquile”. Esagero? Andate a visitare la “Casa della Cultura” che ha istituito a Giugnola e troverete… uno spirito libero.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura”… deve aver pensato a questo verso dantesco Mauro Conti a un certo punto della sua esistenza, verso paurosamente grave se introspettivo. Si preparò al distacco, certo non definitivo, ma avrebbe avuto esperienze diverse, lontane dall’intreccio inesplicabile che gli veniva riservato da un po’ di tempo; un lungo viaggio come ai vecchi tempi, anche se non così spensierato: non Maldive, non Canarie, bensì zone povere e disagiate. Non in aereo o in nave, ma con la sua Vespa, in compagnia solo di se stesso.
Mauro parliamo di questi tuoi viaggi, in particolare dell’ultimo (i suoi occhi luccicano).
“Dicembre 2018: Penso a un nuovo itinerario da compiere in sella alla mia Vespa 200 PX da venti anni chiusa in garage. Per 5 estati era stata la mia fedele compagna di viaggio (Capo Nord, Lapponia, Scandinavia, paesi dell’Europa Centro-Orientale, Paesi Baltici, Russia). Dopo poche esitazioni scelgo ancora di seguire l’ago della mia bussola interiore: segna costantemente Est: Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Repubblica della Macedonia del Nord, Bulgaria, Serbia. Concentro l’attenzione sulle 7 capitali di questi Stati. Mi procuro guide, carte stradali, delle città, leggo e consulto diari di viaggio sul web per raccogliere quante informazioni possibili sui luoghi storici e naturalistici da visitare. Punto d’arrivo, un minuscolo villaggio bulgaro, Rozave, sul Mar Nero, segna il confine tra Bulgaria e Turchia. Preparo l’itinerario, con pignoleria, calcolo le distanze, i consumi, scelgo gli alloggi, considero la moneta eventualmente da cambiare e quando la parte teorica è pronta, archivio momentaneamente il tutto”.
Quindi hai rimandato la partenza? Aspettavi le ferie?
“Sì, per forza… Primavera 2019. L’arrivo delle belle giornate fa sì che possa far uscire la Vespa dal garage, assicurarla e preoccuparmi della logistica che riguarda il mezzo, la sistemazione dei bagagli. Prendo in considerazione tutte le incognite, so già che le strade sono di molto inferiori allo standard generale dell’Italia, si può incappare in buche troppo profonde per le piccole ruote della Vespa e le conseguenze sono facilmente immaginabili. I distributori di benzina potrebbero essere poco frequenti, traffico più indisciplinato del nostro, probabilità d’incrociare mezzi trainati da animali, gallerie senza illuminazione. La concentrazione dovrà essere sempre massima. Per questo, le tappe previste sono quasi tutte molto corte anche perché voglio avere il tempo per visitare con calma i luoghi che attraverso. La lentezza è la cifra del mio pensarmi in viaggio. Mentre cerco soluzioni alle difficoltà, considero tutte le variabili possibili, penso anche alla parte immateriale del viaggio, all’essenza di ciò che per me rappresenta e che nel corso degli anni avevo espresso tramite le mie passioni: la scrittura e il disegno. Decido di darmi degli obiettivi: trovare un nuovo progetto musicale, il precedente intitolato The Majakovskij’s Suicide era finito ma avevo avuto la possibilità di presentarlo in diversi locali della Romagna; riprendere in mano fogli, matite ed acquarelli, ed infine, l’ultima idea: un progetto di Mail-Art che ho chiamato ‘Balcani 19’ con la conseguente preparazione delle cartoline grezze su cui ogni giorno avrei dovuto disegnare il luogo in cui ero e che poi avrei spedito all’indirizzo già prestampato, apponendo solo il francobollo”.
Devo aver sbagliato la domanda, Mauro si rivela un fiume in piena che va diritto al mare, non ci rendiamo conto del tempo che passa! Sono curiosa e lo lascio proseguire.
“30 luglio – 23 agosto 2019. Sette paesi attraversati, 5000 km quasi tutti compiuti su strade complicate e difficoltose, attraversando colline e campagne senza incontrare nessuno, con l’ansia di un problema meccanico, di strade periferiche spesso prive di indicazioni, o con un pavé talmente deformato al posto dell’asfalto da costringermi a non superare i 20 km/h. Con la rottura di un ammortizzatore che solo la disponibilità di un carrozziere aiuta a sistemare, così come l’otturazione del tubo della benzina che mi costringe a una lunga sosta e alla nottata passata in un Hotel a 4 stelle, per finire con le gallerie prive d’illuminazione e grondanti acqua dal soffitto, i campeggi mai segnalati cercati per chilometri, chiedendo e richiedendo fino a trovarli, grondante sudore e stanchezza. Tutte difficoltà, in parte previste, hanno messo a dura prova la pazienza, l’idea stessa del viaggio ma ogni giorno è stato ripagato dagli incontri con le persone sempre molto disponibili all’aiuto, ad accompagnarmi, a farmi strada, ad offrirmi del cibo anche se non dovuto, curiose e stupite di vedermi lì, ma sempre cordiali e accoglienti in un colloquio che solo raramente si è svolto in inglese.
I luoghi attraversati, la stratificazione di vicende storiche diverse dalla nostra, tra rovine romane, ponti, moschee, monasteri ortodossi persi tra le montagne, donne con veli indossati in maniera diversa nell’arco di pochi chilometri, chiese addossate a minareti. Antichi bagni turchi trasformati in preziosi musei, l’architettura socialista mescolata al barocco, all’art-noveau, odori e sapori nuovi, volti come scolpiti nel legno, esistenze e tracce importanti, fondamentali e non sempre tragiche, come qualche area ancora minata, ma come sono tutte le vicende umane”.
Un viaggio stimolante, adrenalinico, anche lenitivo? Ti vedo sereno.
“Il viaggio per me non è solo conoscere luoghi e persone. È anche andare alla ricerca di se stessi, come riavvolgere il film della propria vita recente, rivederlo al rallentatore e trovare la voglia ed il coraggio di esaminarlo, mettere la parola fine, se necessario, ad alcune situazioni, fare un reset, e abbandonare in luoghi lontani tutte le scorie che abbiamo accumulato.
Come ogni viaggio compiuto, soprattutto questo, mi ha lasciato dentro un cumulo di emozioni, di idee, di desideri da mettere in pratica e di una ritrovata serenità che darà i suoi frutti nella composizione di un nuovo lavoro musicale che nell’arco di 8 mesi si trasformerà in 12 nuovi brani e prenderà il titolo ‘Balcani’, dal piacere di avere ricominciato a disegnare. E questa carica emotiva mi accompagnerà ancora per lunghi mesi come una medicina omeopatica che rilascia i suoi effetti lentamente”.
Mauro Conti lo conosciamo già dalle sue precedenti narrazioni: ama la tranquillità, la montagna, il miracolo della natura che sempre si rinnova, e intanto compone. Musica e poesia si fondono sulla chitarra, scrive storie con la precisione di un incisore, con un linguaggio intenso, ben rappresentativo. E disegna. Le piccole opere a china sono ambientate a Giugnola e dintorni ma anche nei luoghi delle peregrinazioni, esposti in una piccola galleria di casa sua, dove ha creato “La Casa della Cultura”, sono visibili a chiunque.
Ingresso gratuito, si può volendo, ascoltare alcune sue canzoni o poesie, si possono affrontare discussioni sulla letteratura, o semplicemente ammirare i suoi disegni. È un artista dalle mille sfumature e iniziative, purtroppo in questo periodo la creatività è stretta tra quattro mura, con la concessione di qualche ora d’aria e non si intravede alcuna via d’uscita. È vera disdetta per questi poliedrici personaggi, si sentono tarpare le ali, potrebbero dare molto al mondo. Non sono però questi i motivi che ci hanno spinto all’intervista, è stata la curiosità verso un personaggio un po’ fuori dagli schemi tutto proteso a difendere la cultura, l’arte, la bellezza, un’altra dimensione umana e un po’ anche se stesso (lo potete cercare a [email protected]).
(Lina Cremonini – Foto e disegni di Mauro Conti)
Si dice artista a tutto tondo e Mauro lo è davvero. Complimenti a lui e a Lina Cremonini che l’ha descritto sapientemente.
Bellissima questa intervista! Complimenti ad intervistato ed intervistatrice… mi è sembrato di essere in viaggio…Grazie
Complimenti all”intervistatrice e a questo Sig Conti che e’ riuscito a vivere come più gli aggrada. Mi avete fatto sognare e considerare che qualcuno lo fa e anche molto bene.
Grazie Anna Grandi
Magnifica intervista, Lina. A Mauro va il mio abbraccio e speriamo di rivederci presto. M. Silvia
Uno spirito libero.
Un’artista
Complimenti per questa bella intervista. Adoro il viaggio nella sua essenza e grazie a questo racconto ho ricordato sensazioni di viaggi passati che il tempo mi aveva fatto dimenticare.