Quando un segretario di partito lascia l’incarico di segretario affermando che “prova vergogna per quanto sta accadendo all’interno del partito stesso” e tutt’attorno a lui si leva il coro “ripensaci, ripensaci” forse si è davvero toccato il fondo.

Provare vergogna per una “cosa” nella quale si è vissuto per tanti anni, dentro la quale ci si è fatto carico di impegni importanti non equivale ad una diversità di idea politica e non può essere sufficiente pregarlo di ripensarci, ma occorre chiedersi ilo perché della vergogna. Eppure, a parte le dispute sulle nomine delle quali sembra parlare Zingaretti, il Pd dovrebbe avere al suo interno almeno una ragione per la quale porsi domande, se non proprio vergognarsi.

Nicola Zingaretti

E’ di pochi giorni fa un’azione della Magistratura, energica, motivata e risolutiva, con la quale non solo si è definitivamente denunciata la speculazione del padronato sui cosiddetti “bikers”, ma si è iniziata un’azione giudiziaria sulla speculazione del caso. Non si auto-proclama il Pd partito di centro-sinistra? E a chi, se non a tale partito sarebbe toccata l’iniziativa di intervenire su uno sfruttamento vergognoso?

Si dice che il mal comune definisca un mezzo gaudio: se è così, il Pd non si deve sentir solo. La non trascurabile vicenda dei mancanti quantitativi di vaccini, assicurati e mai arrivati, ha determinato un sollevamento di scudi e ringhi verso i soliti tecnici che avrebbero scritto contratti non correttamente definiti.
Può anche essere vero, ma nella sede del parlamento Europeo è toccato ad una sconosciuta parlamentare dell'”estrema” sinistra tirare le orecchie alla Ursula circa la sua morbidezza verso le multinazionali del farmaco, aziende sedute su letti di miliardi che producono e vendono beni di importanza suprema, dei quali non si può fare a meno che diventano oggetti di massimo valore ponderato in un periodo di pandemia quale quello all’interno del quale ci troviamo a barcamenarci.

E dove sono i detrattori dei detentori di potere, quelli che con “loro” mai! Date un colpo di telefono a “Dibba” e avvertitelo che è toccato ad un banchiere spoppare Big Pharma ricordando loro il primato della politica innanzi tutto. E’ stato proprio il tanto vituperato Draghi a sollevare il telefono e provvedere a fermare una discreta dose di vaccini che stavano prendendo una direzione diversa da quanto promesso. Poi si vedrà come il tutto finirà, ma li squillo di tromba si è udito bello e forte nell’assordante silenzio del teatrino della nostra politica.

Chi invece sembra avere le idee ben chiare è lo schieramento della destra, ora al governo. Una bella scopa deve intervenire e pulire tutte le pendenze esattoriali dal 2000 al 2020. Sembra sia stato messo un tetto ai 5.000 € ma quando si fa pulizia è bene farla a fondo senza guardare tanto per il sottile. In un momento di grave crisi industriale/artigianale/commerciale chi volete che stia a guardare se quei possessori di Ferrari oltre a percepire il reddito di cittadinanza magari saltavano qualche balzello comunale o statale. Una frazione di un quinto di secolo di inesattezze nelle dichiarazioni, di scappatoie o di non corrette dichiarazioni per evadere le corrette tassazioni: ma cosa volete star lì a perdere tempo nelle verifiche, nel verificare parametri. Tempo perso! Viene da chiedersi quanti di questi richiedenti “grazia” siano presenti tra i sei milioni di Poveri che non sanno come mangiare, vestirsi, curarsi, mandare a scuola i propri figli con dignità.

Non ho avuto il piacere e l’opportunità di incontrare e conoscere Zingaretti, ma quanto a vergogna penso abbia ragione.

(Mauro Magnani)