Imola. Per quasi tutto il circondario imolese dicembre si rivela il mese nero del 2020 per la mortalità dei residenti. Per i comuni della cintura imolese si tratta di circa 72% di morti in più rispetto alla media dello stesso mese dei 5 anni precedenti: si è passati da 129 decessi medi registrati nel solo mese di dicembre tra il 2015 e il 2019, ai 222 decessi del dicembre 2020, cioè 93 persone in più. Purtroppo il trend iniziale del 2021 non fa ancora intravvedere un’inversione di tendenza.
I dati sono tratti dall’Istat, che con l’Istituto superiore di sanità ha prodotto il 5° rapporto sull’analisi della mortalità 2020, dando conto dell’impatto dell’epidemia da Covid-19 sulla popolazione italiana. L’Istituto italiano di statistica ha fornito anche i dati per ogni singolo comune, da cui sono tratte le informazioni.
In Italia il totale dei decessi di tutto il 2020 per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 persone, cioè 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). In realtà i decessi Covid registrati con data di evento entro il 31 dicembre 2020 sono stati 75.891 (Sistema di sorveglianza nazionale integrata Covid-19 dell’ISS). Pertanto c’è una differenza in aumento che dovrà essere spiegata.
Nel circondario imolese l’aumento è stato di +13,6% decessi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 rispetto alla media 2015-19. E’ quindi un dato al di sotto della media nazionale. Si è passati da 1522 morti del periodo 2015-19, ai 1729 del 2020, cioè +207.
Non in tutti i comuni si è verificato lo stesso andamento: ci sono state punte di aumento della mortalità di +33,7% a Medicina (si tratta di 63 persone in più nel 2020 rispetto alla media dei 5 anni precedenti, per un totale di 249 morti nel 2020), di +25,6% a Borgo Tossignano (11 persone in più, 52 totali), + 16,2% a Castel San Pietro Terme (42 persone in più, 303 totali), +14,3% a Fontanelice (+ 3 persone, 24 totali). A Imola l’eccesso di mortalità si è fermato a + 10,2% (81 persone in più, per un totale di 878 decessi del 2020).
Altri comuni hanno reagito bene e così Casalfiumanese risulta quello toccato meno dalla pandemia, almeno stando ai numeri, infatti si è avuta una diminuzione di mortalità anche se contenuta: -2,6% (1 persona in meno deceduta nel 2020 rispetto alla media dei 5 anni precedenti); Dozza non ha avuto variazioni rispetto agli altri anni e Castel del Rio ha contenuto a +5,3% il dato (1 persona in più della media). Per completare il quadro Castel Guelfo e Mordano hanno avuto un eccesso rispettivamente di +9,7% (+4 persone) e + 6,1% (+ 3).
Guardando alle classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso di mortalità dell’anno 2020 in Italia, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è dovuto all’incremento delle morti nella popolazione con 80 anni e più che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute 486.255 persone di 80 anni e oltre.
A Imola città la fascia di età più colpita tra marzo e dicembre 2020 è stata quella dagli 85 anni in su: + 20,5% di decessi tra le persone più anziane (+67 persone), invece la fascia tra 75 e 84 anni è stata meno colpita rispetto a quella più giovanile 65-74: l’incremento è stato di +1,2% (+2 persone) per i primi e di + 16,2% (+ 9 persone) per i secondi. Anche questo è un dato che dovrebbe meritare qualche spiegazione.
I decessi maggiori in Italia riguardano gli uomini e i grandi anziani.
A Imola invece, verificando solo il dato in città, la statistica legata al sesso indica che l’incremento di mortalità è stato più accentuato per le donne rispetto agli uomini, rispettivamente + 13,9% (45 decessi femminili in più tra marzo e dicembre 2020 rispetto ai 5 anni precedenti) contro il + 9,1% (29 decessi maschili in più).
Nel Paese gli effetti della seconda ondata epidemica sulla mortalità proseguono nel 2021. Per il mese di gennaio si stimano 70.538 decessi, 2 mila in più rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 e 8.500 in più rispetto a gennaio 2020; questo eccesso per il 75% riguarda le regioni del Nord: la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna da sole spiegano il 50% dell’eccesso di gennaio 2021.
Infine i dati Eurostat (l’istituto di statistica europeo). A partire dal mese di marzo 2020 l’eccesso di mortalità è stato in Italia del 20,4%, inferiore a quello della Spagna (23,6%), del Belgio (20,8%) e della Polonia (23,2%) ma superiore a quello della Francia (13,2%), della Germania (7%), dell’Olanda (14,7%) e del Portogallo (13,9%). Questo eccesso di mortalità italiano merita ulteriori approfondimenti.
(Caterina Grazioli)