Imola. Novanta anni sono una bella età, tanto più se portati bene come nel caso del canonico don Antonio Cavina, da tutti conosciuto come don Tonino, storico parroco di Santa Maria in Valverde e grande cultore di musica colta e sacra, passione sublimata dal recupero e restauro del sovrastante Oratorio di San Rocco, opera meritoria che vide il sostanzioso concorso economico di numerosi enti e privati.
Voce chiara, omelie brevi ed essenziali, don Tonino sapeva tenere l’ attenzione dei fedeli che salutava al termine delle celebrazioni con la consueta cordialità. Abile nei rapporti interpersonali, era credibile e ascoltato interlocutore di cittadini e autorità, come attestato dal fluire delle espressioni di cordoglio e dal sollecito ricordo dell’Amministrazione comunale di Imola.
Altro punto sotto gli occhi attenti di don Tonino era l’ adiacente giardino dedicato al poeta latino Marco Valerio Marziale. Area trascurata aveva subito un crescente degrado, aspetto che stonava con le attività dell’ Oratorio parrocchiale e con la folta presenza dei giovani atleti frequentanti la famosa palestra Savonarola, quella dedicata al dott. Guido Pifferi.
Quando prendeva a cuore un problema, don Tonino non dava tregua in obbedienza all’ evangelico “chiedete e vi sarà dato” e il giardino rivide la luce.
Anni fa segnalò un abete carico da anni che dal giardino incombeva vistosamente sulla canonica. L’ allora assessora Raffaella Salieri fece visitare la pianta e, constatatene la pericolosa instabilità, la fece abbattere.
Quando mi incontrava, mi chiedeva un parere sulla politica imolese e concludeva immancabilmente con “Ci vediamo presto perché ho un’ idea”.
Con la morte di Don Tonino, se non cambieranno i progetti della diocesi, cesserà anche la parrocchia di Valverde le cui competenze pastorali andranno in capo alla parrocchia del Carmine.
Le attività culturali San Rocco saranno curate dall’ omonima associazione, perché un tale gioiello di arte deve essere conservato e fruito.
Don Tonino, un prete che sapeva dialogare e comprendere le difficoltà delle persone alle quali non faceva mai mancare una parola di conforto e speranza.
(Vittorio Feliciani)