La “squadra dei sogni” che il premier Mario Draghi ha scelto per risolvere le crisi che ci affliggono e gestire la “missione rilancio” del made in Italy del futuro, che si spera farà le cose giuste, è formata dal generale Figliuolo che coordinerà le diverse “logistiche”, da Gabrielli uno “stratega” ex servizi segreti e Polizia e da Curcio che già in protezione Civile ha gestito emergenze di sfollati per terremoti e altre catastrofi. A supportare politicamente le “azioni” di questi tecnici scelti dal premier sarà arduo compito dell’ampia compagine di partiti che ha deciso di sostenere l’esecutivo Draghi e che dovrà (malgrado le diverse anime) restare il più possibile coesa per vincere eventuali difficoltà pratiche ma soprattutto ideologiche che i cittadini incontreranno, per vincere le sfide del prossimo futuro, a partire proprio da questi giorni di triste ricorrenza di inizio pandemia.
Il cammino che ci condurrà fuori dal tunnel (e dai guai) passerà indiscutibilmente anche da una osservanza di regole e comportamenti da parte nostra, che ancora latita perché troppo spesso non collima con quello che serve a gestire l’emergenza sanitaria da Covid-19, dove né la prima ondata di contagi né una seconda e nemmeno una terza ha indotto tanti di noi a “blindare” il rischio osservando scrupolosamente le normative antipandemia, di contro in barba ad ogni precauzione si è “seguita” la passione (e non la ragione) finendo per ignorare distanziamenti e senso civico, eludendo così le accortezze sanitarie necessarie non usando mascherine e provocando assembramenti, a scapito delle nostre comunità e di noi stessi.
La logica politica di Draghi, frutto delle esperienze come presidente della Bce e quale direttore esecutivo della Banca mondiale, dovrà far dimenticare in fretta tanto le inefficienze del Governo Conte quanto gli errori iniziali della UE sul ritardo delle case farmaceutiche in ambito vaccini, dove si rischiò che alcuni grandi Stati membri potessero assicurarsi le dosi degli stessi lasciando gli altri a mani vuote; cambio radicale perciò di agenda, temi, metodi e contenuti (anche facendo la voce grossa), e pronta a finanziare investimenti per fare debito buono, sui progetti del nuovo governo anche a favore dell’ambiente soprattutto a rimuovere tanto gli ostacoli al processo di decarbonizzazione quanto allo sviluppo delle rinnovabili per contrastare la crisi climatica, rispettando così i mandati europei per l’erogazione dei preziosi fondi di Nex Generation EU per comunità energetiche, agrivoltaico, solare galleggiante, ecc.
Il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) immaginato dall’esecutivo Draghi sarà perciò ben diverso da quello “ipotizzato” dal team di esperti del Governo Conte, di sicuro sarà strategicamente meno vago e con la cabina di regia nelle “sole” mani del premier incaricato, così da escludere problemi di sovrapposizione di competenze tra i ministri deputati alle mission di propria competenza, che dovranno collaborare e non invece mescolarsi e sovrapporsi come accaduto nel recente passato.
(Giuseppe Vassura)