Gli eventi italiani ed europei riguardanti il vaccino Oxford/Astrazeneca ci hanno tenuti con il fiato sospeso in questi ultimi giorni. In comunicazione con gli amici Peter e Sylvia Hogarth, con i quali abbiamo ripetutamente dialogato (*), sentiamo direttamente, senza l’intervento dei media, che cosa è avvenuto in Gran Bretagna e che cosa sta avvenendo. Peter Hogarth è stato professore presso l’Università di York nonché magistrato, Sylvia Hogarth, sua consorte, è ricercatrice ed esperta di programmazione e innovazione didattica. Entrambi hanno nuovamente risposto volentieri alle nostre domande.
Ricordo la mia gioia quando arrivò la vostra email (17 gennaio) sulla vaccinazione appena ricevuta: percepii davvero la gioia, dopo tanti giorni di timore per l’infezione, di tentativi volti a rendere i brutti giorni non troppo brutti. Qui da noi la Gran Bretagna aveva cominciato a essere considerata ottimo esempio di come uscire dalla pandemia. Potete descrivermi la situazione, ancora vicina nel tempo?
“Il quadro è davvero complesso! Ecco brevemente come ci apparve. A York fu creato un centro di vaccinazione di massa in un grande parcheggio periferico di facile accesso e uno più piccolo sull’altro lato della città, gestiti entrambi da uno dei maggiori distretti medici. Poco tempo dopo l’inizio del programma vaccinale, fu aperto un altro centro vaccinale nazionale per servire chi vive entro circa 50 miglia da York. Il centro di vaccinazione di massa fu costruito all’inizio di gennaio e divenne operativo prima della metà del mese. E’ gestito da personale dell’Nhs (National health service, ovvero Servizio sanitario nazionale) personale medico dell’Esercito e volontari formati. Verso la fine della prima settimana operativa ricevemmo ciascuno un messaggio di testo che ci chiedeva di fissare un appuntamento on line per la nostra prima dose. Entro 30 minuti avevamo prenotato per le 6.00 dello stesso giorno (e anche per la seconda dose, 12 settimane dopo). Arrivati al parcheggio, fummo guidati al centro e circa 5 minuti dopo entrambi eravamo stati vaccinati (Pfizer/BioNTech). Nel frattempo Il team vaccinale mobile si era occupato delle case di riposo e altri gruppi fragili e non mobili”.
Quindi si procede bene e con una situazione tranquilla…
“A livello nazionale tutto appariva, e appare, nello stesso modo: ci sono alcuni problemi ma nel complesso la vaccinazione sta procedendo notevolmente bene, e più velocemente di quanto non ci si aspettasse. L’ultima volta che ho guardato, più di 24 milioni di noi avevano ricevuto almeno la prima dose e più di 1,5 milioni anche la seconda. A tappe, gruppi di età minore vengono vaccinati. Tutti stanno bene, tutti gli over 50 saranno vaccinati entro maggio e tutti gli adulti entro luglio. Quindi tutto sta andando molto bene. Non credo che il Governo possa prendersene il merito, eccetto per il fatto di aver ordinato in anticipo molti milioni di dosi di vaccino di gran lunga prima che fossero stati approvati per l’utilizzo”.
Chi ha gestito il programma vaccinale?
L’organizzazione del programma vaccinale non è stato gestito direttamente dal governo. Pertanto gran parte del merito per la riuscita del programma di vaccinazione dovrebbe andare a enti come National health service (Sistema sanitario nazional), Public health England (Phe) e a un ente di consulenza, il ‘Joint committee on vaccination and immunisation (Jcvi).Quest’ultimo include esperti dalle università, dal Nhs, Phe, Istituzioni di sanità e così via. E ovviamente il merito va alle migliaia di persone – staff del Nhs – fra cui molti medici e infermieri, che lavorano oltre l’orario normale, personale medico dell’Esercito, volontari, tutti che fanno funzionare sul campo il programma di vaccinazione”.
Pensate ci sia stato sentimento patriottico all’inizio della risoluzione della pandemia e nel sentirsi bene alla fine?
“No, non credo che ci siamo sentiti patriottici su questo, più che altro sollevati dal fatto che alla fine, si stava facendo qualcosa di efficace. Si, c’era luce alla fine del tunnel, sebbene la velocità di propagazione dell’infezione da Covid avesse cominciato a scendere piuttosto bruscamente prima che la vaccinazione potesse avere avuto qualche effetto, come mostra il grafico sottostante”.
Prima della vaccinazione, avevo cominciato a considerare la vostra situazione peggiore della nostra. E forse era così. Ma poi è stato differente, all’improvviso. E’ stato proprio come la luce alla fine del tunnel. E così cominciai ad essere ottimista. Sfortunatamente qui i vaccini non erano e non sono disponibili a sufficienza, ce ne sono solo piccole quantità. Sembra che questo dipenda dagli accordi/contratti gestiti dall’EU, piuttosto malfatti. Qual è la vostra opinione sull’argomento? E che cosa avete pensato di Draghi, che ha recuperato alcune quantità di vaccini destinati all’Australia?
“L’Europa sembra proprio essere stata lenta a ordinare il vaccino per tempo ed Ema è stata più lenta rispetto alla nostra Mhra, ad approvare gli specifici vaccini. Le due agenzie avevano esattamente gli stessi dati su ogni vaccino e standard simili per l’approvazione. Non siamo informati sui contratti ma abbiamo notato che Ursula von der Leyen e AstraZeneca sembrava avessero differenti interpretazioni dei termini dei contratti! Non conosco i fatti riguardanti Draghi e l’Australia – dipende dal contratto. Se l’accordo prevedeva che i vaccini ordinati potessero essere dirottati sull’Italia, allora tutto sarebbe ok. L’Australia ha gestito il Covid meglio della maggior parte dei Paesi, perciò probabilmente ha meno urgenza di vaccinazioni. Ma se fossi stato il governo australiano mi sarei sentito decisamente poco soddisfatto di essere privato dei vaccini ordinati (e presumibilmente pagati)”.
Sembra che alla fine la vostra indipendenza dalla EU abbia portato benefici al Regno Unito. Quasi una buona ragione per essere favorevoli alla Brexit … In questo modo avete evitato Ema e tutta la sua burocrazia.
“Non ritengo affatto che il problema di EU per i vaccini possa essere una giustificazione alla Brexit! Se fossimo stati membri della EU al tempo dei contratti sui vaccini, la linea tenuta dalla EU avrebbe potuto essere stata differente. E non sarebbe forse stato possibile per ciascuno stato membro agire in modo indipendente? Esattamente come credo sia accaduto quando alcuni stati membri decisero di non aspettare l’autorizzazione di Ema per i vaccini, ma di fare affidamento sui loro enti nazionali”.
Ho avuto modo di sapere su come in alcune parti dell’Europa ci sia stata e ancora sia in corso una campagna contro il vaccino Oxford/AstraZeneca. Che cosa sapete voi in proposito? Pensate possa trattarsi di una qualche conseguenza della Brexit ? vendetta, oserei dire…
“Per quanto riguarda l’opposizione a Oxford/AstraZeneca, sono perplesso, stupefatto. Per quanto ne so, il primo ‘problema’ fu suggerito da un giornale tedesco che fraintese i dati statistici. E’ vero che solo l’8% dei volontari per i trial clinici del vaccino O/AZ avevano più di 65 anni (cosa non insolita in un qualsiasi trial medico), ma questo non significa che il vaccino sia efficace solo all’8% negli over 65 ! Non ho letto l’articolo originale, solo commenti di altri. E’ difficile credere che qualcuno possa fare un errore di base del genere! Poi l’ente regolatorio tedesco decise che c’era bisogno di più dati sugli over 65 prima di autorizzare l’uso del vaccino, cosa che almeno è razionale, anche se nata da un’idea sbagliata. Tutto questo comunque non è stato un problema per Ema o per Mhrs”.
Alcuni Paesi hanno ritirato temporaneamente il vaccino O/AZ. Il 15 marzo lo ha fatto anche l’Italia. Personalmente ritengo che l’Italia non abbia fatto altro che seguire la “grande” Germania e la “grande” Francia. Sì, ci sono stati tre casi di morte, che molto probabilmente non sono per niente correlate al vaccino. Nel Regno Unito il vaccino è stato somministrato a 10 milioni di persone… Che cosa pensate di tutta la situazione?
“Dopo quanto successo in Germania, uno o due Paesi hanno individuato alcuni casi di emocoagulazione in persone che avevano avuto il vaccino e hanno interrotto la vaccinazione con O/AZ , come precauzione. La cosa non ha molto senso, dal momento che le cifre riportate sono in linea con quelle della popolazione non vaccinata. Credo che fino a qualche giorno fa, fossero riportati 14 casi di trombosi venosa profonda su più di 24 milioni di persone vaccinate in totale (ovviamente si tratta di dati resi pubblici)”.
Ema resta del parere che i benefici del vaccino nel prevenire il Covid-19 superino i rischi dovuti agli effetti collaterali. E allora ci si domanda se fosse stato possibile evitare tanto clamore… Il risultato sarà che molta gente si vaccinerà con ansia o per paura rifiuterà di vaccinarsi. E la vaccinazione di massa, unica vera arma contro la pandemia, rallenterà…
“Il rischio di morire da Covid se non si fa la vaccinazione ovviamente è di gran lunga più grande del rischio di morire per trombosi venosa profonda se vaccinato (sebbene il rischio di prendere il Covid diminuisca man mano che il Covid scompare). Perciò la cautela va bene ma l’eccessiva cautela conduce a morti evitabili… Io comunque ho fiducia nel giudizio di Ema, Mhra e di esperti in generale”.
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(Carla Cardano)