Imola. La Cooperativa lavoratori cristiani Imola da 72 anni è attenta e disponibile al servizio delle persone più bisognose, più sole e più fragili del circondario. Non a caso il rapporto sulle povertà 2020 presentato nei giorni scorsi dalla Caritas diocesana, oltre che citarla in quanto impegnata nella distribuzione dei pasti, diventa uno stimolo ad essere sempre più aderenti alla mission che portiamo avanti da sempre.
“Al momento siamo una settantina di soci, una ventina dei quali si rendono disponibili per il servizio a tavola nella mensa – racconta il presidente Roberto Capucci -. Da un anno e mezzo abbiamo dato in gestione il ristorante (aperto al pubblico) ai conduttori del ‘Bar del Viale – Ristorico di Palazzo Monsignani’ per dedicarci ancora di più e meglio al servizio della mensa ‘Prof. Buscaroli’, che quotidianamente, 280 giorni all’anno, serve pasti caldi cucinati espressi al momento”.
Durante l’anno 2020 sono stati serviti 5.881 pasti, senza fermarsi neppure durante i vari lockdown, con le autorizzazioni e i complimenti di tutte le istituzioni cittadine e metropolitane. Se consideriamo che nel 2019 i pasti serviti erano stati 4.502, nel 2020 è stata data una risposta ad un 31% di emergenza supplementare, anche a domicilio, per evitare file e assembramenti, ma soprattutto per sostenere chi è stato rinchiuso in casa dalla quarantena.
Nel rapporto annuale della Caritas viene data particolare rilevanza al fatto che occorre aiutare chi si trova nel bisogno, ma facendo in modo che le persone assistite non si siedano né si abbandonino alla disperazione, attendendo solo dagli altri la soluzione ai propri problemi. “Siamo in sintonia con questa visione: il nostro servizio non si limita infatti a ‘dare da mangiare’, ma parte e termina con l’accoglienza degli ospiti – continua Capucci -. In questo periodo, più che mai, bisogna cercare di non fare sentire nessuno distante e ‘infetto’. Noi stessi siamo bisognosi della vicinanza dei nostri ospiti speciali, come di tutti gli alleati che ci accompagnano da moltissimi anni. Si pensi che i nostri ospiti sono in genere indirizzati alla mensa dal punto di ascolto Caritas, dall’Asl, dagli istituti religiosi cittadini, dai parroci, in qualche caso da nostri amici e sostenitori. Tra le necessità alle quali abbiamo dato risposta, ad esempio, ricordiamo quella di coloro che sono seguiti da un amministratore di sostegno”.
“In queste settimane purtroppo le disposizioni di legge non ci permettono di accogliere i nostri ospiti a tavola in mensa, ma solo di fornire un pasto completo caldo da asporto. Ci accorgiamo che così il nostro servizio è molto limitato, ma serve comunque a tenerci in contatto con i nostri ospiti, che spesso non hanno altro luogo di ritrovo e di sosta giornaliera visto anche la chiusura di bar ed esercizi pubblici. Inoltre in questa modalità continuiamo a perseguire Il nostro obiettivo: che qualsiasi persona in difficoltà, affamata, assetata trovi la possibilità di consumare un pasto caldo espresso non in solitudine e che… in cambio… offra almeno un sorriso anche a noi soci della cooperativa”.
Un’opera che non sarebbe possibile senza la fattiva, continua collaborazione di Caritas diocesana, Società di San Vincenzo De’ Paoli, associazione Don Orfeo Giacomelli onlus, Fondazione Cassa Risparmio di Imola e Croce rossa italiana sezione di Imola. “E continua a meravigliarci anche la fattiva e concreta vicinanza di imprenditori, associazioni cittadine e diocesane, singoli cittadini i quali, non di rado, offrono diversi ‘pasti in sospeso’ (in sostanza: pasti prepagati) a beneficio dei nostri ospiti”, conclude Capucci.