Imola. La frutta spazzata via dalle temperature sotto lo zero. Problemi anche per i vigneti. Zambrini (presidente Cia Imola): “La produzione frutticola del territorio è in ginocchio”.

Se nelle scorse settimane le temperature sotto le zero avevano compromesso solo in parte la produzione frutticola imolese, le gelate della scorsa notte ha dato il colpo di grazia alla frutta e ai redditi delle aziende agricole. Colpite, con danni vicini al 100%, tutte le varietà di albicocche, susine, pesche e compromessi anche i vigneti, soprattutto le varietà di uve più precoci e in stato vegetativo più avanzato.

Cia – Agricoltori Italiani Imola sta già raccogliendo le numerose segnalazioni dei suoi associati, per circoscrivere le aree maggiormente colpite e le colture danneggiate al fine di sollecitare gli organi competenti per ottenere sostegni e fondi, come spiega il presidente di Cia Imola, Giordano Zambrini.

“Già dal primissimo mattino ho iniziato a ricevere le telefonate e foto dai nostri produttori che mi segnalavano la gravissima situazione nei frutteti e che definire “disperati” non è un eufemismo. Quando lavori per produrre frutta di qualità, investendoci risorse e lavoro e vedi spazzato via tutto in una o due notti non c’è altra parola per descrivere lo stato in cui si trova un agricoltore. Pensavamo che il colpo di coda dell’inverno fosse passato – continua il presidente di Cia Imola-, invece, esattamente come l’anno scorso, il clima di aprile sta nuovamente giocando un brutto, bruttissimo scherzo alle produzioni del territorio e di quelle dell’intera Regione. Non so nemmeno se parlare di cambiamenti climatici abbia un senso: certo, il clima è cambiato, ma l’entità di queste gelate sono un evento così intenso che si può definire solo in un modo: calamità naturale. Da qui, infatti, partiremo per sostenere i nostri produttori, definendo le aree colpite per tentare di ottenere sostegni per le aziende agricole, come i risarcimenti del Fondo di solidarietà messi a disposizione dal Ministero delle Politiche Agricole con la cosiddetta 102/04 (Decreto Legislativo 29 marzo 2004). Purtroppo – conclude Zambrini – i parametri di questa Legge non sempre hanno consentito, in passato, un accesso ai risarcimenti e molte aziende agricole sono rimaste senza il giusto riconoscimento dei danni. Per questo Cia stiamo valutando di chiedere una modifica dei parametri che consentono l’accesso ai fondi perché venga valutato il danno colturale – che in questo caso riguarda il 100% delle colture frutticole – e non aziendale (attualmente si risarcisce un danno del 30% su tutta la produzione agricola dell’azienda). Nel frattempo ribadisco che servono soluzioni urgenti e concrete come la sospensione dei mutui e finanziamenti a fondo perduto per sostenere le aziende in questo momento così difficile e per questo chiederemo anche il pieno e forte sostegno della Regione”

(a cura di m.z.)