Imola. Ormai esistono moltissime esperienze, ricerche ed evidenze scientifiche che dimostrano come, laddove la terapia precoce domiciliare sia praticata e sostenuta adeguatamente, diminuiscono tassi di mortalità e ospedalizzazione e si è sempre più diffusa l’esigenza di adottare appositi protocolli per facilitare e tutelare i tanti medici di base che si stanno prodigando ”in scienza e coscienza” pur in assenza di indicazioni terapeutiche precise.
Da questo punto di vista la giornata dell’8 aprile è straordinariamente importante. Il Senato, infatti, ha approvato con 212 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti un Ordine del giorno per impegnare il Governo Draghi ad attivarsi per l’istituzione di un “Protocollo unico nazionale” per la gestione domiciliare dei malati Covid.
L’Odg bipartisan, sottoscritto da tutti i partiti , prevede che il governo si attivi “affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai Servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo unico nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19 e ad affiancare all’implementazione del protocollo nazionale per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 un piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti”.
Tra le altre misure contenute nell’Odg, quella di impegnare l’esecutivo anche “ad istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo, ad attivare, per una efficace gestione del decorso, fin dalla diagnosi, interventi che coinvolgano tutto il personale presente sul territorio in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare, nel rispetto dell’autonomia regionale”.
E’ una vittoria raggiunta grazie allo straordinario impegno da parte di tante associazioni nazionali, prima fra tutte l’instancabile “Comitato cura domiciliare Covid-19“, di tanti cittadini e soprattutto di tanti medici di base che in questo lungo anno hanno curato a casa i pazienti, dimostrando l’efficacia della terapia precoce.
Si tratta di un risultato molto importante anche per chi, come “Noi Imola “ l’associazione di cui faccio parte, ha sempre cercato di sensibilizzare su questo tema autorità politiche e sanitarie e opinione pubblica attraverso iniziative, lettere, comunicati stampa e social, incontri con soggetti istituzionali.
Molte regioni (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Puglia Sardegna…) e diverse aziende sanitarie negli ultimi due-tre mesi si sono avviate in questa direzione e sono stati elaborati diversi protocolli. Ha suscitato particolare scalpore una sentenza del Tar Lazio che ha sconfessato la nota Aifa del 9 dicembre 2020 contenente i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare”, (quella per intenderci riassunta brevemente con la frase Tachipirina e vigile attesa) affermando che i medici devono poter prescrivere i farmaci che ritengono opportuni.
Il voto del Senato, però, cambia radicalmente la situazione perché stabilisce finalmente ( meglio tardi che mai …) che venga adottato un protocollo nazionale di cura domiciliare e che tale protocollo venga applicato nelle varie Asl.
È indubbiamente un segnale importante per i cittadini, che vogliono la certezza di ricevere cure domiciliari appropriate in qualunque regione, da Nord a Sud per una malattia che deve essere affrontata ai primi sintomi nella propria casa, evitando così in molti casi un peggioramento verso una forma più grave che costringe al ricovero in ospedale e peggiora la situazione dei reparti Covid e delle terapie intensive.
Ci auguriamo che ciò possa contribuire a rafforzare e rendere più incisiva la lotta contro questa piaga del nostro tempo.
(Valter Galavotti)