Mordano (Frazione di Chiavica). Dopo l’ampliamento della ceramica Florim tre anni e mezzo fa, a Chiavica, piccola frazione del Comune di Mordano a due passi da Imola, la situazione dei residenti pare essere divenuta particolarmente difficile. Ne abbiamo parlato con il “Comitato dei cittadini Borgata di Chiavica” in una breve intervista. Maggiori dettagli sono disponibili nella lettera in allegato che il Comitato ha fatto pervenire alla redazione di Leggilanotizia.
Cosa sta succedendo a Chiavica? Quali sono i problemi con la Ceramica Florim che sorge a pochi metri dalle vostre case?
“I problemi sono quelli che segnaliamo da ormai diversi anni, alcuni risolti ed altri no: case invase da odori acri, dolciastri, simili a vernici cotte o bruciate, eventi praticamente quotidiani o quasi, di giorno e di notte, indistintamente. Rumori notturni. Vibrazioni a bassa frequenza. Polveri che si accumulano sulle nostre case. Vi siete mai chiesti cosa significhi vivere 3 anni e mezzo in una casa in cui vibrano gli infissi o le porte blindate? Oppure cosa significhi avere un boato di sottofondo mentre si cerca di dormire o semplicemente di godersi la propria abitazione? Vi è mai capitato di uscire di casa alle 7 del mattino ed essere avvolti da una coperta soffocante di odori acri, brucianti e dolciastri che si appiccicano alla gola ed ai polmoni? Vi è mai capitato di uscire di casa e trovare il selciato completamente ricoperto di polvere bianca o le piante del giardino quasi bruciate e secche senza una spiegazione? Vi è mai capitato di guardare il fosso che costeggia la strada di casa e vederci dentro un liquame molto più simile al latte che all’acqua? Vi immaginate un risveglio alle 2 di notte, pensando che ci sia un piccolo terremoto, per il tremore dei bicchieri nelle vetrine o perché la cassa matta di una tapparella inizia a risuonare? E, per non farci mancare nulla, Arpa a novembre scorso, rileva da ben due diverse emissioni una concentrazione di molto superiore ai limiti autorizzati di acido fluoridrico. Ecco questo è quello che accade a Chiavica da ormai 3 anni e mezzo”.
Da quanto tempo vanno avanti queste problematiche?
“Dal novembre 2017. È evidente che, seppur non volutamente, siano stati fatti dei grossolani errori di valutazione, sin dal principio, procedendo ad un ampliamento enorme dell’Azienda e sottostimando l’impatto che tale investimento avrebbe potuto avere sulle case a poche decine di metri, su quelle a 250 m, su quelle a 500 m ed anche su quelle a 900 m”.
Avete quindi costituito un comitato di cittadini per portare avanti le vostre richieste?
“Sì, abbiamo istituito un comitato dall’aprile 2018. Questo Comitato esiste poiché, diversamente, oggi nulla sarebbe cambiato. Abbiamo preferito lavorare sempre in modo silenzioso, non solo per noi ma anche nel rispetto di quelle persone che in quell’Azienda lavorano ogni giorno. Abbiamo preferito fidarci di Florim e degli Enti preposti a tutelare la nostra salute, la nostra ma anche quella dei dipendenti stessi dell’Azienda, non dimenticatelo mai. A partire da gennaio 2020, tra cittadini privati e Comitato, sono stati elevati circa 65 esposti ad evidenziare ogni tipo di disagio accusato o casualmente verificato, esposti che sono stati inoltrati ad Arpae, Ausl, Regione Emilia-Romagna e ovviamente all’Amministrazione comunale”.
Cosa ha fatto l’azienda per porre rimedio a questi disagi?
“Ci risulta che ad oggi siano stati investiti oltre 3.000.000 di euro per cercare di rimediare ad evidenti errori di valutazione. Ma una domanda sorge spontanea: quanti errori umani e quanti malfunzionamenti si possono essere verificati per investire una cifra di questo genere a posteriori? Quanti ancora dovranno esserne investiti per rimediare alle cose che ancora oggi non funzionano o creano disagio?”.
Quale è stato l’ultimo incontro con l’Azienda e l’Amministrazione comunale?
“Il 27 marzo 2021 si è tenuto un incontro straordinario tra Sindaco, Vicesindaco, Presidente della Florim e i portavoce del Comitato dei cittadini. Nel corso di tale incontro sono state nuovamente descritte e discusse tutte le problematiche in essere e tutte le soluzioni messe in atto dall’Azienda per rimediare in modo definitivo ai disagi accusati dai residenti. Il Presidente Lucchese ha dato la sua massima disponibilità e collaborazione alla risoluzione completa dei problemi illustrandoci, in modo esaustivo, quanto è già stato fatto e cosa ancora sarà oggetto di importanti modifiche negli impianti e nelle strutture esistenti. Tra gli argomenti trattati, il Presidente ci ha spiegato, dal punto di vista imprenditoriale ed aziendale, la necessità di dover ulteriormente ampliare l’Azienda con un piazzale di stoccaggio che andrebbe ad occupare ulteriori 44.000 mq di terreno ad oggi agricolo. Ma cosa comporterebbe per la nostra Borgata? Più movimentazione di materiali, più polveri grossolane, più polveri sottili, più mezzi pesanti e relativi inquinanti, più rumore. In questo contesto, pensare ad un ulteriore ampliamento, è per noi cittadini di Chiavica inaccettabile”.
Non vi ritenete quindi soddisfatti delle soluzioni proposte dall’azienda?
“Partendo da questi presupposti, con quali auspici ci viene chiesto di accettare la creazione un ulteriore piazzale di stoccaggio attiguo alla Borgata? Ci rendiamo conto di quante sono le disattenzioni, gli incidenti, le disfunzioni, le mancanze fino ad oggi? Partendo dal presupposto che questo Comitato non ha nulla in contrario all’abbellimento, all’espansione o all’ottimizzazione della parte logistica e occupazionale dello stabilimento, riteniamo che lo sviluppo dell’Azienda debba partire innanzi tutto da un punto zero delle problematiche per poi svilupparsi in modo parallelo alle esigenze e alle regole del buon senso che mai devono mancare. L’Amministrazione comunale (sia la vigente, sia la precedente) ha agli atti una petizione firmata da 124 residenti della Borgata che chiede che non sia mai approvato un progetto di cementificazione e dal sicuro impatto sulle case più vicine. In particolare, una di esse verrebbe letteralmente accerchiata da 2 piazzali: l’esistente e quello in progetto. Per quanto descritto sopra, questo Comitato, pur comprendendo le ragioni imprenditoriali del Presidente Lucchese, è assolutamente contrario ad un progetto irreversibile di cementificazione del suolo agricolo di tale ampiezza e chiede all’Amministrazione Comunale e agli Enti competenti di valutare con attenzione il rilascio di tale autorizzazione e trasformazione del territorio”.
Cosa vi aspettate per il futuro?
“Avere una grande e prestigiosa Azienda nel nostro territorio sarebbe per noi tutti motivo di vanto e orgoglio ma, ad oggi e per tutte le problematiche non ancora risolte, non possiamo ancora ritenerla tale. Dal 2017 sono di gran lunga più i problemi causati a questa Borgata che i benefici da essa ricavati, tutto questo considerando che l’ultimo ampliamento dell’Azienda avrebbe dovuto avere un ‘Impatto Zero’. Lavorare all’interno di Florim siamo certi che sia un privilegio. Viverci fuori e vicino non è purtroppo la stessa cosa”.
(Denis Grasso)
Lettera_Florim e Borgata Chiavica
COMMENTO: “ok la qualità della vita, la tutela dell’ambiente e della salute, ma lo sviluppo, lo sviluppo, dove lo mettiamo? E l’indotto? L’occupazione? Cosa mettiamo, al posto della ceramica nelle nostre case, degi alberi? Per non parlare degli investimenti pubblici grazie alla Florim, tipo piste ciclabili e ristrutturazioni mediovali che danno lustro a Mordano…. Insomma, stiamo a guardare a queste quisquiglie in un Paese in ginocchio economicamente perchè abbiamo un ministro come Speranza che pensa ancora alla salute prima del profitto. Basta con questa burocrazia, produciamo, consumiamo, ingozziamoci di soldi……”
GRAZIE leggilanotizia.it, UNICO ORGANO DI INFORMAZIONE RESOSI DISPONIBILE A DARE VOCE AD UNA COMUNITA’ CHE CHIEDE GIUSTIZIA, RISPETTO E DIGNITA’ NELLA CONVIVENZA CON IL LAVORO PER UNO SVILUPPO COMPATIBILE CON I DIRITTI DEI CITTADINI COME SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE!
Un enorme grazie anche da parte mia a questa testata.
Avete dato voce a gente che trascorre le proprie giornate a pregare che il vento soffi da Est per non essere investita dalle decine e decine di emissioni nel silenzio assordante di molti .
Dal Comune non otteniamo neppure risposte alle mail , dobbiamo noi cittadini puntualmente ricorrere al difensore civico perché l’ente non rispetta i termini di legge per consegnare le informazioni ambientali richieste.
Informazioni ambientali che riguardando ciascuno di noi e che devono per legge essere rese pubbliche.
Vorrei ricordare inoltre che il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane , é costituzionalmente garantito e tutelato.
Vorrei inoltre ricordare che nel giudizio di contemperamento ex art. 844 c.c., in cui il giudice deve tener conto delle esigenze della produzione con le ragioni della proprietà, il diritto alla salute prevale sempre.
Per questo e per tutto il trascorso, ci auguriamo che l’amministrazione comunale , visto la presenza di alternative per l’azienda, non accetti mai che questa si avvicini ulteriormente alle abitazioni.
Non vogliamo che per peggiorare l’aria si ricorra alla piantumazione di qualche albero che, altro scopo non ha, che pulire la coscienza .
Vogliamo un no e basta. Abbiamo subito anche troppo.
In una nota del 2019 l’Ausl non esclude ricadute sulla salute nel lungo termine e nessuno di noi aspetterá a mani in mano che l’irreparabile accada.
Viviamo in un mondo che rincorre i grandi numeri, soprattutto per quanto riguarda la ricerca del guadagno e del prestigio e spesso tutto questo va a discapito di qualcuno. È giusto ampliare e rinnovare le aziende creando così nuove opportunità di lavoro, ma è sbagliato farlo laddove esistono già dei nuclei abitativi o addirittura dei lotti di case con oltre 200 residenti. È giusto guardare al futuro ma senza prendere a calci il presente. Le persone hanno il diritto a comprarsi una casa senza che essa venga letteralmente minata dagli interessi economici di un’azienda o di un comune. Non serve avere 10 alberi verdi se dietro ad essi c’è il camino di un forno. Non serve avere una pista ciclabile nuova se poi si ha quasi il timore a percorrerla. Non serve avere un vigneto o spazi verdi dietro casa quando si ha la paura di far respirare ai nostri figli dell’aria ancor più insalubre di quanto già sia in zona. Le grandi industrie produttive è giusto che vadano avanti e che si rinnovino nel nome della tecnologia, dello sviluppo e dell’impiego di nuove forze lavoro, ma tutto questo non può avvenire a due passi dalle case. Si chiama buon senso, e gli enti preposti devono finirla di valutare la salute umana esclusivamente sui numeri e sulle tabelle mettendola così in secondo piano. La salute nostra e dei nostri figli ha molto più valore di un tornaconto economico. Le industrie insalubri devono vivere ed espandersi esclusivamente nelle zone industriali, luoghi studiati per questo e che non vanno a ledere i diritti di nessuno. I terreni agricoli devono restare tali o diventare zone residenziali, null’altro. Non si tratta quindi di non creare posti di lavoro o di non dare nuove opportunità, si tratta di crearli nel posto giusto e senza dover penalizzare utenti terzi.
COMMENTO: alla petizione dei cittadini che dice no al piazzale, chi inquina ha raccolto tra i suoi dipendenti più di trecento firme a favore del piazzale: salute e lavoro contrapposti, ma se nel primo caso non esistono deroghe al rispetto delle regole , sul lavoro basterebbe contenere la produzione a livelli accettabili per la salute di tutti, lavoratori compresi!
Grazie per l’articolo che mi ha informato sulla gestione alquanto problematica di un’Azienda che dista 5 km. in linea d’aria verso est, da casa mia, quindi se non vengono rispettati tutti, ripeto, tutti i parametri di legge sull’immissione in atmosfera dei fumi e delle polveri è molto probabile che anch’io possa essere interessato compresa tutta la comunità che vive nella mia città. Oltre a quello che è stato scritto, sia nell”articolo che nel documento del comitato. mi sembra manchi una valutazione meramente economica, cioè se si permette ad una azienda di risparmiare sugli interventi, previsti dalle leggi vigenti, di mitigazione degl’impatti ambientali, oltre ai danni alla popolazione già menzionati, si favorisce una scorretta concorrenza con altre aziende dello stesso settore che, rispettando le normative ambientali, hanno maggiori costi di gestione che possono incidere sui prezzi dei prodotti venduti.