Avviso ai naviganti, lo spread Italia-Germania torna a crescere! Non sto parlando del differenziale tra i titoli di stato, ma del divario sempre più ampio tra i Verdi tedeschi, i mitici Grunen, e quelli nostrani. I numeri di questo spread verde sono a dir poco impietosi, non me ne vogliano gli ecologisti italiani, ma mentre a Berlino i loro omologhi scelgono come leader per le prossime elezioni la quarantenne Annalena Baerbock e i sondaggi li stimano oltre il 20%, in Italia, secondo tutti gli istituti d’opinione, i Verdi stazionano sotto il 3%, in poche parole un partitino marginale nonostante l’interesse verso i temi ambientali da parte di una fetta ampia dell’elettorato.
In Germania la crescita dei Verdi viene da lontano, frutto di anni di esperienze di governo a vari livelli, dove con una buona dose di pragmatismo hanno saputo portare le istanze ecologiste nelle istituzioni, alleandosi con la SPD o con la CDU, senza paraocchi e steccati ideologici. Facciamo qualche esempio: al governo federale con il socialdemocratico Schroder dal 1998 al 2005, con il verde Fischer nel ruolo di vice-cancelliere, e dal 2016 al governo di un Land a forte trazione industriale come il Baden-Wurttemberg con il verde Kretschmann a capo giunta dove gli ecologisti siedono insieme ai cristiano-democratici della Merkel.
In Italia lo scenario è diverso, i Verdi non hanno mai saputo compiere quel percorso di maturazione, rimanendo prigionieri di un movimentismo ingenuo, spesso ostaggio di comitati locali contrari a tutto e il più delle volte incapaci di dialogare con le altre forze politiche. Aggiungiamoci anche le istanze ambientaliste si sono a loro volta balcanizzate in più partiti oltre al partito del sole che ride, alcuni nei DS e Margherita (poi confluiti nel PD), altri in SeL, altri in quel contenitore pigliatutto e incolore del Movimento 5 Stelle.
Questo scenario non ha giovato alla causa, ma guai a pensare che lo spread verde non sia colmabile e non resti che rassegnarsi definitivamente. In questo senso va letta molto positivamente la scelta di Beppe Sala, sindaco di Milano, di voler aderire ai Verdi europei segnando un cambio di passo rispetto ai Verdi italiani e seguendo le orme di tante città europee che sono oggi governate da primi cittadini ecologisti, da Lione a Bordeaux, da Friburgo a Hannover.
Non è fantapolitica ipotizzare che Sala e Elly Schlein, possano dare corpo a un nuovo partito verde capace di farlo uscire dalle decennali secche e intercettare il consenso di un elettorato deluso dai partiti attuali e sensibile ai temi ambientali. La Schlein, volto giovane della gauche italiana, cresciuta nel Pd tra le fila dei civatiani, dopo cinque ottimi anni al Parlamento europeo, ora è la vice di Bonaccini, eletta in “Emilia-Romagna Coraggiosa”, formazione di sinistra e ambientalista dal futuro ancora incerto. Sala, a sua volta, può essere il “Kretschmann lombardo” e le elezioni comunali di Milano saranno quindi il primo banco di prova, se l’attuale sindaco sarà confermato e la lista ecologista andrà in doppia cifra, il nuovo corso dei Verdi potrebbe prendere vigore con importanti novità per l’intero panorama politico italiano.
(Stefano Ventura)
COMMENTO: analisi decisamente fantascientifica, dal momento che i mitici Grunen, prima hanno costruito con coerenza un ragguardevole consenso, poi hanno aderito ad alleanze senza rinunciare ai loro capisaldi più importanti: in Italia si sono seduti subito sulla poltrona, più o meno sempre gli stessi, poi sono finiti a “chi l’ha visto”, guardandosi bene dall’uscire da maggioranze simbolo della cementificazione e dell’inquinamento, vedi proprio, ad esempio Giunte Sala e Bonaccini-Schlein!
In Italia, i Verdi, purtroppo, hanno ben saputo compiere quel percorso di “maturazione-omologazione”, evitando di portare avanti le istanze dei comitati locali che gli hanno dato fiducia, non contrari a tutto, ma coerenti contro lo scenario catastrofico, che il dialogo con le altre forze politiche, li ha giustamente rilegati ai margini della politica.
I fatti dicono questo, il resto sono desideri di chi ignora le cause del cambiamento di clima e delle vere cause del covid, tanto per citare due cosucce d’attualità.
Ma ho letto bene Sala quel sindaco di Milano città dell’Expo 2015, non mi pare che abbia contribuito molto anzi poco alla salvaguardia del territorio avendo avuto anche pendenze penali per alcuni appalti. Il giornalista (Stefano Ventura ) scrive che non è fantapolitica Sala accorpato ad una lista ecologista. Anche se a dire il vero visto le % dei verdi in Italia non c’è molto da sperare, così per la giunta Bonaccini e quelli che si definiscono ambientalisti non li ho sentiti a contestare due grandi opere sul territorio Bolognese la Traversata di Pianura e nuovo insediamento logistica Altedo ancora si guarda trasporto su gomma a scapito della ferrovia . E queste sarebbero persone e forze che si dovrebbero battere a favore dell’ambiente????