Ozzano Emilia (Bo). Era il 2016 quando vedeva la luce questo documentario di Giuliano Bugani “Mani sulla Sanità: la rivolta” che iniziò ad essere presentato in giro per l’Italia, in ogni luogo dove nasceva un comitato contro la chiusura dei presidi ospedalieri. Poi venne il Covid e presto si capì cosa ha significato l’opera di dismissione di tanti ospedali e il percorso che durava da anni di “razionalizzazione” della sanità pubblica. “Non è cambiato molto – sottolinea Giuliano Bugani – lo si può vedere da come la sanità sia stata tratta dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Da vent’anni stanno smantellando la Sanità pubblica nazionale, chiudono e demoliscono ospedali pubblici, chiudono i Pronto soccorso, da anni hanno bloccato le assunzioni del personale sanitario, hanno inserito nell’Aifa farmaci pericolosi, non hanno saputo tutelare la vita dei vaccinati dal vaccino di inizio marzo, lo stesso ministro della Salute non è un medico, e tanto altro ancora E vorrebbero imporci la vaccinazione obbligatoria?”.

Bugani commenta così le vicende di questi ultimi tempi e ritorna la suo documentario “Mani sulla Sanità: la rivolta”. “Tutto questo è stato documentato in questo lavoro che, ricordo, fu commentato da Ken Loach nel 2016: ‘Un Servizio sanitario nazionale pubblico è parte integrante dell’identità nazionale; rappresenta l’idea di società premurosa e solidale che vorremmo creare. Vederla smembrare, privatizzare, appaltare a terzi ed eventualmente sostituire dal sistema sanitario americano, è intollerabile’. Tutto ciò è ancora valido oggi e salvare il Servizio sanitario nazionale non è negoziabile!”.