Faenza. “Valigia, chiavi, buco”. Sono tre parole, contenute nella memoria del cellulare dell’ex marito Claudio Nanni considerato il mandante, che possono rivelarsi molto indicative per fornire particolari e prove sul femminicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne faentina che, prima di essere assassinata lo scorso 6 febbraio, lavorava in una concessionaria di Imola.
Infatti, “valigia” potrebbe essere il trolley sul quale il reo confesso assassino Pierluigi Barbieri avrebbe dovuto mettere il corpo di Ilenia se non fosse stato interrotto dalla presenza in casa di un’amica della figlia, “chiavi” quelle di via Corbara che l’ex marito ha ammesso di aver dato a Barbieri a suo dire “solamente” per spaventare l’ex moglie, e “buco” quello che è stato ritrovato non lontano dall’abitazione della donna dove doveva scomparire il corpo della Fabbri dopo essere stato sciolto nell’acido.
Interessante per le indagini pure la data a cui risalgono le tre parole: coinciderebbe infatti con il primo di tre tentativi tentati, secondo quanto riferito dal Barbieri alla Questura di Ravenna, per uccidere Ilenia Fabbri.