Una tranquilla “Signora”, nel vero senso del termine, sdraiata nella pianura emiliana, le cui bellezze architettoniche riconducono al periodo rinascimentale, è Ferrara. Una città ancora vivibile, non moltissimi abitanti, molti dei quali si sono adattati alla bicicletta, secondo i dettami della più moderna politica ambientalista. E’ sufficiente una veloce occhiata per avere l’impressione di una città ideale in cui poter vivere. Donatella Bignardi abita a Ferrara.

Donatella Bignardi con il suo libro

Non facciamo confusione non è Daria Bignardi, giornalista, personaggio televisivo molto noto, è stata anche direttrice di Rai 3, ma una sua sorella maggiore, ex insegnante. Potrebbe essere il ritratto della città in cui vive: bella, tranquilla, signorile nei modi, dolce nelle espressioni verbali e modesta nel senso che non si da arie da “sorelladipersonaggio”. Allora perché ha attirato l’attenzione? Per il libro che ha scritto naturalmente e per altri motivi che vedremo nel corso dell’intervista.

Buongiorno sig.ra Donatella, lei è una insegnante come è nata l’idea di scrivere un libro?
“Intanto possiamo accorciare le distanze dandoci del tu?”.

Certamente.
“Per la verità il libro l’ho scritto senza averne l’intenzione, infatti pensavo di scrivere un racconto, poi le cose da dire erano tante… Tutto ha inizio nel maggio 2012, anno in cui sarei andata in pensione, fu un anno terribile per le scosse di terremoto che a Ferrara furono deleterie. La mia casa fu resa inagibile e con la mia famiglia dovemmo traslocare. Ci rifugiammo nella casa del mare credendo, nella nostra ingenuità, che in poco tempo saremmo potuti ritornare. Ma ci pensò la burocrazia a renderci smaliziati, infatti tre anni furono necessari perché la nostra casa di Ferrara tornasse abitabile e quindi facemmo un ulteriore trasloco in un altro appartamento dove portammo le cose più necessarie, i documenti, i ricordi personali, qualche libro, tutti chiusi negli scatoloni.
In questa nuova casa mi trovai con del tempo a disposizione, le mie due figlie erano e sono una a Roma dove lavora per la televisione a una trasmissione culturale, l’altra a Milano, anche lei lavora alla televisione, non in video, ma nel retroscena. Avendo nelle mie mani cose rinvenute degli anni passati, le foto della mia infanzia e dei miei parenti, mi fecero nascere l’idea di scrivere qualcosa, magari parlare anche del terremoto, un racconto breve, che poi divenne un racconto e poi un romanzo. Devo ringraziare il mio editore Francesco Giubilei, giovane di grande cultura, che ha accettato di pubblicare il mio libro”.

Un romanzo dal titolo affascinante: “Buonasera signora luna”.
“Il titolo nasce da una filastrocca che recitavamo spesso con mia nonna a Castel S. Pietro Terme, dove cominciarono a portarmi i miei genitori all’età di 3 anni. Le mie origini vengono da questa bella cittadina in provincia di Bologna e Buonasera signora luna è la filastrocca che più mi aiuta a ricordare. Si doveva ripetere queste tre parole inchinandosi verso la luna. A Castel S. Pietro Terme ho vissuto degli anni bellissimi. Una casa splendida, un vasto parco con alberi secolari e dei nonni meravigliosi. Mio nonno il dott. Dante Bignardi, era veterinario ed era molto conosciuto nella zona. Era rispettato da tutti, clienti amici e conoscenti, ed era lui che più mi faceva divertire. Poi avevo delle amiche e, quando fui più grandicella, uscivamo assieme. Purtroppo qualcuna se ne è già andata in Paradiso. Tutti gli anni per la ricorrenza dei defunti torno a Castel S. Pietro in visita al Camposanto. Poi passeggio per la bella cittadina, rivedo i luoghi della mia giovinezza e con gioia li rivivo. Ritrovo anche con calore qualche vecchia amicizia”.

Dalle tue parole e dal tuo libro scaturisce l’amore per la tua città: Ferrara, ti piace molto abitarvi vero?
“ Eh si è la città dove sono nata e ci abito da sempre, apro la finestra e tutte le mattine saluto Ludovico Ariosto, la statua di questa grande piazza, che mi ricorda gli anni di insegnamento e il senno perduto di Orlando (Furioso).

Piazza Ariosto a Ferrara

Donatella scusami, ti faccio una domanda un po’ indiscreta. Come ti poni verso tua sorella Daria, già scrittrice, conduttrice di programma televisivi, giornalista e molto nota al pubblico?
“Ma guarda io vado molto d’accordo con mia sorella, ci vogliamo molto bene, non ho mai provato verso di lei alcun moto diverso dall’affetto. Daria è bravissima, ha scritto molti libri e riesce in tutto ciò che fa. Lavora alla radio, alla televisione. Niente di problematico con lei. Ci vogliamo bene e ci rispettiamo. Anzi ci scambiamo pareri e informazioni molto spesso. Lei è nata quando io avevo 10 anni per cui la nostra storia famigliare io l’ho vissuta 10 anni più di lei, ma nessun confronto reggerebbe. Se c’è bisogno io ci sono e lei c’è. E’ stata la prima ad approvare ciò che ho scritto e ad infondermi coraggio”.

Hai mai pensato tu di approdare alla televisione?
“ Assolutamente no, io a Ferrara ho e ho avuto la mia vita, sono stata insegnante in un liceo fino alla pensione, ho mio marito, qui sono nate le mie figlie. Per carità mai sognato altro che una vita serena e tranquilla a Ferrara”.

Ferrara, Castello Estense

Donatella devo farti i complimenti per il tuo “Buonasera signora luna” (ed. Historica) scritto in modo semplice e comprensibile da tutti. Oltre a episodi commoventi, allegri, ricordi anche tanti avvenimenti epocali, quindi interessante sotto ogni aspetto.
“ E’ vero, ho proprio voluto ricordare avvenimenti che hanno segnato l’Italia e la sua storia, la nostra storia: dalle proteste giovanili del 1968, all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, il ferimento di Papa Giovanni Paolo 11 nel 1981 e altri momenti, ma non vorrei raccontare tutto il mio libro!”.

Giustissimo Donatella, mi fa piacere averti conosciuto e… ci facciamo una promessa? Vogliamo rivederci a Castel S. Pietro Terme, quando puoi venire, chiamami. Grazie del tempo che mi hai dedicato, vorrei scrivere più a lungo, raccontare tanto ancora di te e della tua famiglia, ma lo sai le interviste fiume non le legge nessuno, per cui mi trattengo, ciao e grazie.

“D’accordo, ciao Lina, grazie a te”.

(Lina Cremonini)