L’immagine che ho sotto gli occhi è estremamente esaustiva sia per quanto riguarda il passato del nostro Paese, sia per quanto riguarda il futuro dello stesso. La Von der Leyen sorride mentre porge al Presidente Draghi un volume con su scritte due parole e una sigla: Next Generation (la prossima generazione) e una sigla che compendia il termine nell’Europa Unita. E sorride pure il nostro attuale Presidente del Consiglio non apparentemente scosso dal peso simbolico del volume stesso.
Nelle due parole “prossima generazione” è racchiuso l’immenso valore dei nostri giovani, dei loro diritti e lo specchio amaro di tutti noi, attuale o passata generazione, che, sembra, ci siamo accorti che qualcosa non sta andando nel verso giusto, che qualcosa debba finalmente cambiare . Sembra…
Più sotto, infatti, altre tre parole pesantissime alludono sia ad una speranza di realizzazione sia alla necessità del farlo. “Fallo divenire reale”! Per caso non si tratterà del libro dei sogni? Non sarà che ci dovremo affidare al parere delle stelle circa la via nella quale incamminarci?
All’interno del volume, fra le tante parole, una montagna di denaro, una parte del quale in omaggio. Sì, un regalo e non una fetta inconsistente. Per quelli che vedono il debito pubblico dello Stato Italiano raggiungere proporzioni insostenibili rispetto alle risorse in campo (e io sono tra quelli) affermo, senza timore di smentita, che la parte davvero più pesante risiede nella quota da non rendere, perché quando si riceve denaro contro garanzia ci si può sempre venire a trovare di fronte all’escussione della stessa, ma quando si tratta di “regalo” la garanzia è la fiducia e la fiducia non ha prezzo. Arriveremo anche noi al punto di non ritorno come non tanti anni fa la Grecia, che arrivò alla consegna di bilanci contraffatti? Non veritieri?
Personalmente, e spero di non essere il solo, non credo che il denaro sia capace di risolvere il tutto, non credo che un fiume di disponibilità possa riuscire nel far risalire l’acqua verso la montagna. Ci vuole ben altro.
Qualche giorno fa, ben saldi in due schieramenti opposti, una persona è rimasta senza vita sull’asfalto: era un rappresentante sindacale di lavoratori disperati, senza orario fisso, certezza delle ferie e dei permessi, senza un minimo di dignità nel proprio lavoro e un salario da fame, un salario che non lascia speranza. Dall’altra, un “padroncino”, conducente del proprio mezzo, con le scadenze da pagare, le assicurazioni, il carburante, le gomme, le riparazioni, una famiglia, un futuro tutto da disegnare e davanti qualcuno che lo impediva, che ritardava il giro di consegne già impossibile da realizzare.
Rabbia contro rabbia. Disperazione contro disperazione. Di chi la vera colpa? E quelli che comodamente seduti sul divano nel salotto provvedono ai loro acquisti scontatissimi con l’aggiunta di un costo irrisorio (quando non assente) previsto per la consegna? Si sono mai chiesti se “loro” sarebbero disposti a svolgere tale lavoro? Hanno mai riflettuto sul fatto che con uno stipendio tale non solo non si fanno mai acquisti on line, ma non si riesce ad acquistare neppure un pizzico di dignità? Per non parlare della libertà, perché anche quella ha un prezzo. Forse, il segreto sta proprio nelle tre parole “Next Generation UE“, confidando, finalmente, che sia davvero diversa. E fate in modo che accada davvero. “Make it real”.
(Mauro Magnani)