La volontà di viaggiare è stata la rivendicazione di una libertà negata da due anni di pandemia che ci ha fatto mancare il poter “cambiare aria” e il poter “andare altrove” (non importa dove); è anche per questo motivo che stanno tornando le prenotazioni dei viaggiatori stranieri, che rappresentano il 50% dei turisti che soggiornano in Italia, mentre gli italiani resteranno in patria e andranno al mare organizzando semmai una vacanza nel segno del rispetto dell’ambiente e delle comunità locali spostandosi a piedi o in bici che, oltre a essere scelte sostenibili, permettono di vedere le realtà che li circondano con occhi diversi, dalle tante strutture “green” aziende biologiche e biodinamiche alle zone integre dal punto di vista naturalistico sparse sul territorio nazionale.
Tracciati da esplorare e scoperte di sentieri vicino a casa sono state tra le poche conseguenze positive della pandemia, segnale incoraggiante per un turismo nuovo e più compatibile possibile nel prossimo futuro col desiderio di stare all’aria aperta dopo mesi di zone rosse e restrizioni; spazio perciò a camping village, rifugi montani e agriturismi a consolidare una bella fetta del mercato “open air” grazie al boom del turismo di prossimità nelle zone di mare, di montagna e nelle città d’arte.
L’attualità parla del graduale raffreddamento della curva epidemiologica che ha perciò coinciso con l’allentamento delle restrizioni e con la prospettiva di un ritorno alla normalità per l’estate, a breve la mascherina sembra non sarà più obbligatoria mentre il distanziamento ancora lo sarà per evitare gli assembramenti; riapriranno i parchi tematici e di divertimento, centri culturali, sociali e ricreativi e si potrà andare in discoteca ad ascoltare musica, mangiare e bere, ma non per ballare.
Rischio contagio basso grazie all’arrivo della stagione più calda che giocherà a nostro favore, per le maggiori attività all’aria aperta, la radiazione ultravioletta e l’arrivo di farmaci che inibiranno le primissime fasi dell’infezione; vantaggi per la salute di tutti e del turismo perché chi si sposta verso le località di villeggiatura (al pari di chi lavora) pernotta in albergo, mangia al ristorante e noleggia auto per godere dei panorami e del territorio, della sua cucina, di spiagge o di monti esplorando le città oltre i centri storici e cercando sempre più un equilibrio tra i benefici dei costi economici, ambientali e sociali.
La gran voglia di ripartenza è perciò forte ora che la pandemia è “all’angolo”, ne sono esempi calzanti i programmi televisivi che mettono al centro lo stile di vita made in Italy come “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese proposto da Sky, le versioni spin-off “4 Hotel” di Bruno Barbieri e quelle sull’arte pasticcera (Cake Star, Pasticcere in sfida, ecc.), che così presentati al grande pubblico (ri)mettono in gioco gli operatori del turismo e dei territori stimolando voglia di rinascita e ritorno alla normalità per stimolare il turismo, l’industria più importante del Belpaese messa in ginocchio dalla pandemia di Covid-19.
(Giuseppe Vassura)