Imola. Torniamo a parlare con Giamaria Balducci, perché come presidente di Legacoop Produzione e Lavoro e Servizi ci permette di avere una foto più precisa su questa ripartenza economica.
Che quadro emerge dalle aziende di questo comparto?
“Diciamo che la situazione è abbastanza variegata, anche se vediamo segni di miglioramento un po’ dappertutto. La logistica, che non si è mai fermata, anzi ha visto un aumento dei volumi di affari, sta lavorando bene; è un settore che come abbiamo visto recentemente conosce momenti di tensione che mi auguro possano uscire di scena grazie anche al nuovo contratto firmato da poco che prevede aumenti salariali vicini a quelli del settore metalmeccanico (d’altronde la logistica è ormai considerata un player fondamentale del processo produttivo e di conseguenza le aspettative di chi vi opera si sono alzate).”
Anche i metalmeccanici delle aziende cooperative hanno appena rinnovato il contratto nazionale.
“Che prevede importanti aumenti salariali, tra l’altro in presenza di una inflazione praticamente inesistente, e sottolineo che c’è un importante intervento sull’inquadramento professionale che supera il vecchio modello delle mansioni ma mette al centro la scala delle responsabilità dei lavoratori.”
Torniamo ai settori.
“In ambito industriale tutte le aziende vedono una ripartenza forte, in particolare nel portafoglio degli ordini che coprono l’anno e in qualche caso si proiettano già nel 2022. Ci auguriamo ovviamente che questo slancio non sia un fuoco di paglia ma possa durare anche in futuro, magari non con l’intensità attuale ma comunque con un certo vigore.”
Un canale per dare continuità è quello degli investimenti stranieri nella nostra regione che, in questi mesi hanno visto interventi molto importanti nel settore automobilistico.
“Ci sono fondi internazionali, in particolare cinesi che sono a caccia di aziende interessanti. (Hanno contattato anche noi e abbiamo elegantemente rifiutato).”
Proseguiamo con l’analisi dei comparti.
“Anche il trasporto persone sta pian piano ritornando ai livelli che si avvicinano di molto a quelli precovid. Quello che ripartendo con più fatica , c’era da aspettarselo visto il grande utilizzo dello smart working è il comparto della ristorazione collettiva. Parte del personale delle ristorazione è stato trasferito grazie ai fondi regionali al settore della sanità con i corsi per Oss di cui c’era assolutamente bisogno nel pieno della pandemia. Questa esperienza mi porta a dire che, in un momento in cui si discute di come gestire la fine del blocco dei licenziamenti, vano prese in considerazione due esigenze. Da un lato il sostegno ai settori in maggiore sofferenza deve continuare, ma al contempo dobbiamo capire perché i comparti che hanno bisogno di personale faticano a trovarlo. Ma tenere imbrigliata la dinamica del lavoro in un momento di ripartenza economica può non essere una scelta avveduta. Se poi risultasse vero che i giovani non fanno certi lavori perché fra sussidi e un po’ di lavoro nero sono a posto, dobbiamo tutti analizzare la situazione.”
(m.z.)